Un progetto definito di “bridge” che, attraverso un passaggio azionario, dovrebbe consentire l’acquisizione dello stabilimento e la ripresa dell’attività produttiva. Così l’advisor nominato da Gkn Francesco Borgomeo ha presentato il piano di riconversione in un incontro in videoconferenza presieduto dalla viceministra allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde, con Ministero del Lavoro, Invitalia, advisor, azienda, Regione Toscana, città metropolitana di Firenze, comune di Campi Bisenzio e organizzazioni sindacali.
Per Stefano Boschini, coordinatore nazionale automotive della Fim Cisl, il piano di riconversione ha bisogno di tutte le garanzie che il Mise e le istituzioni possono mettere in campo, a partire dalla partecipazione di Invitalia. “Diverse società hanno manifestato un interessamento - fa sapere Boschini - . Due di queste sembrano avere le caratteristiche per garantire tutta l’occupazione e un progetto sostenuto da un importante investimento. Si dovrà infatti, riconvertire la produzione e attuare un piano di riqualificazione dei lavoratori”.
Il piano prevede la rinuncia di Gkn all’apertura della procedura di licenziamento e la fase di transizione dovrebbe essere gestita con la cassa integrazione. Condizioni finora condivise sia dall’azienda che dal Mise. “Il Mise è assolutamente disponibile a supportare questo percorso di transizione proposto dall’advisor - afferma Alessandra Todde - con gli strumenti a disposizione, e la proposta ponte servirà a offrire ulteriore tempo per lavorare con tutte le parti ad una proposta seria e credibile. Invitalia - conclude - sarà disponibile a valutare come sostenere il progetto”.
Già nelle prossime settimane - assicura Todde - sarà convocato un primo incontro tecnico per dare seguito a ciò di cui si è discusso. I lavoratori comunque non mollano. Dario Salvetti, delegato Rsu Gkn, afferma che “è necessaria la continuità produttiva, occupazionale e il mantenimento dei diritti acquisiti in questi anni, e comunque dovrà essere garantito il reinserimento delle lavoratrici e lavoratori degli appalti”. Anche i lavoratori insistono per un ruolo di Invitalia e dello Stato e “ il tema degli ammortizzatori lo vedremo quando sarà chiaro il percorso da A a B”, aggiunge Salvetti che prosegue: “Chiediamo alla Regione di continuare a studiare assieme a noi tutte le ipotesi che stiamo vagliando assieme alle intelligenze collettive del territorio, ai ricercatori solidali, come il gruppo di ingegneri e dei ricercatori della Scuola Sant’Anna per la proposta di un polo per la mobilità sostenibile”. Per Salvetti “la reindustrializzazione è stata finora su questo territorio solo lo strumento per far scappare le multinazionali. Se si vuole dimostrare che questa volta non è così, si diano i necessari approfondimenti e le garanzie necessarie, nero su bianco”.
Per il futuro della Gkn "le condizioni sono due, che tutto il perimetro occupazionale sia compreso in questa reindustrializzazione, e che la reindustrializzazione sia vera e non sia sulla carta come troppe volte, spesso, accade in Italia - afferma Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl -. Gli spiragli ci sono: il percorso adesso deve prevedere che il Mise garantisca la serietà dei progetti, la verifica con le parti sociali e col sindacato, lo stop ai licenziamenti, e ammortizzatori che non siano finalizzati a lasciare la gente a casa ma a far ripartire il lavoro a Campi Bisenzio".
Sara Martano