Tra sindacati e ArcelorMittal siamo ad un passo dalla rottura. La trattativa con Fim Fiom e Uilm, il cui accordo è vincolante al fine dell’acquisizione dell’Ilva da parte del gruppo franco - indiano che guida la cordata Am Investco Italy, uscita vincitrice l’estate scorda dal bando di gara europeo confezionato dal governo, si è infranta sul muro degli esuberi.
Dopo due giorni di negoziati piuttosto sterili attorno al premio di risultato, chiusi senza trovare l’intesa sulla parte variabile del premio di risultato, i sindacati sono tornati ieri mattina al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico per discutere del nodo occupazione. Al termine però non si è registrato alcun avvicinamento rispetto alle posizioni di partenza. ArcelorMittal intende rioccupare al massimo 10 mila dipendenti su 14mila; i 4mila in esubero sarebbero destinati a restare nella ”vecchia” Ilva, gestita dai commissari, e ad occuparsi delle bonifiche. I sindacati restano invece fermi nel respingere gli esuberi. Riassume il leader della Fim Marco Bentivogli: "Abbiamo ribadito quelle che sono le nostre condizioni e cioè la cancellazione di qualsiasi forma di licenziamento e di qualsiasi dichiarazione di esuberi. Se ci devono essere degli incentivi all'esodo devono essere esclusivamente volontari. Arcelormittal - ha sottolineato Bentivogli - deve garantire l'occupazione per tutti i 13802 lavoratori in forza attualmente e che ci siano condizioni non restrittive per tutti i lavoratori dell'indotto”.
( L’articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)