Non si sblocca la vertenza Ilva. Nemmeno l’incontro di oggi al ministero dello Sviluppo Economico - l’ennesimo dall’inizio della trattativa, il secondo del dopo elezioni - ha prodotto un avvicinamento tra i sindacati dei metalmeccanici e ArcelorMittal, il colosso franco - indiano dell’acciaio che guida la joint venture Am Investco Italy, vincitrice della gara bandita dal governo sull’Ilva. ”Finalmente si è parlato dei capitoli veri della vertenza”, commenta all’uscita il segretario della Fim di Taranto Valerio D’Alò, che mette però in guardia: ”Portare alle lunghe la trattativa non aiuta: le posizioni sono ancora distanti ma continueremo a negoziare". Duro il giudizio di Fiom e Uilm, secondo cui nel corso della riunione si è corso il rischio che la trattativa deragliasse. Nonostante le frizioni, la rottura al momento è scongiurata, anche se il clima ora è più pesante. Sindacati e ArcelorMittal torneranno comunque a vedersi l’11 aprile. Lo scoglio più alto resta quello dell’occupazione. Con la mediazione del governo, ArcelorMittal ha finito per portare a 10mila (da 8.500) i lavoratori che è disposta ad assumere nella nuova società. Ma l’Ilva di lavoratori ne ha 14mila. Nei piani di ArcelorMittal i 4mila in esubero dovrebbero rimanere nella ”vecchia” Ilva in gestione commissariale, tra cassa integrazione e successivo reimpiego nelle bonifiche, per le quali sono disponibili i fondi ottenuti dalla transazione con i Riva (circa 1,1 miliardi). I sindacati spingono però per una soluzione a zero esuberi.
( L’articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)