Otto ore di sciopero a Leonardo. Azione sindacale costruttiva di Cisl, per indicare, a differenza di altre forze sociali, che il Gruppo non è in crisi ma piuttosto per far capire che il sindacato è assolutamente indispensabile al suo futuro. Strada maestra di politica sociale che indica il segretario generale Fim- Cisl Roberto Benaglia. “Il gruppo - conferma - è importante e industrialmente solido con tanti punti di forza. Non condividiamo l’atteggiamento di altri sindacati che lo dipingono come in crisi, senza strategie, allo sbando”. “Tuttavia - specifica Benaglia - chiede che, nell’ambito dei cambiamenti importanti che l’industria italiana ed europea della difesa sta affrontando, il Governo si assuma la responsabilità di dare a tutti i produttori italiani e nazionali degli orientamenti strategici, coinvolgendo in prima battuta il sindacato”. Per questo lo sciopero solo nei siti coinvolti, per promuovere il confronto sindacale sulle aerostrutture, realizzare e gestire nelle prossime settimane un importante accordo sindacale finalizzato alla definizione degli investimenti per i siti di aerostrutture e di una gestione degli ammortizzatori che non gravi sulle spalle dei lavoratori”. Braccia incrociate “nelle realtà del gruppo che stanno attraversando situazioni occupazionali difficili, da risolvere attraverso la contrattazione, oltre che nei siti e nelle divisioni che sono al centro di assetti e scelte industriali richiedenti soluzioni da parte del Governo a partire dalla divisione sistemi di Difesa, per la quale chiediamo al Governo di coinvolgerci e di garantire orientamenti validi sul piano occupazionale. Per questo non condividiamo l’idea di uno sciopero di tutto il gruppo”. In Liguria, che vanta forte presenza Leonardo, a fare il punto è stato il Coordinamento regionale Fim Cisl con il segretario generale regionale Christian Venzano, e Gianluca Tavilla, segretario ligure Fim e coordinatore a La Spezia. “Leonardo rappresenta in Liguria un vero punto di eccellenza tecnologico, di innovazione, di ricerca, occupazionale e sociale. Tra Genova e La Spezia ci sono circa 2800 dipendenti diretti e almeno altrettanti appartenenti ad un indotto del territorio molto specializzato”, insistono Venzano e Tavilla, sottolineando che “Leonardo ha ribadito qual è il core-business e quali le attività sulle quali non intende più investire e cercherà per questi settori Jv o nella peggiore delle ipotesi anche la cessione. Qualora non fosse tolta dal mercato la Bu Automation la Liguria si vedrà privata di buona parte della presenza di Leonardo sul territorio, lasciando di fatto solo la parte legata alla Cyber Security e quella di Elettronica Italia. Come Fim Cisl Liguria, non avvalleremo mai un percorso del genere. Leonardo una delle più grandi realtà industriali italiane non deve togliere le tende. Chiediamo quindi un piano industriale chiaro, che ci ragguagli su quelle che saranno le scelte strategiche del Gruppo, gli investimenti”. Al Governo, definito “isterico ed apparentemente assente permettendo così a chi costruisce navi di partecipare a gare dedicate alla Cyber Security in contrapposizione a Leonardo” la richiesta è quella di una “risposta chiara” sul futuro della Bu Automation ed una chiara linea sulla parte legata alla Divisione Elettronica, settori indubbiamente strategici per il Paese”. Unica risposta possibile, ”la costituzione del Polo della Difesa italiano prima ancora che quello Europeo”. Lo spezzatino sarebbe “iattura insostenibile”. E sono 500 gli usciti dal mondo del lavoro e mai rimpiazzati: 500 sotto la Lanterna, 200 a La Spezia, con aziende già dismesse Ansaldo Energia, Ansaldo Sts, Monetica e la Jv di Mbda. Ed è cassa integrazione a zero ore per 13 settimane, da gennaio, per 3.400 occupati di Aerostrutture di Pomigliano d’Arco, Nola, Foggia e Grottaglie (Taranto).

Dino Frambati

( 6 dicembre 2021 )