Mense scolastiche di Roma Capitale in sciopero il 31 gennaio. Decisione sofferta, tenuto conto della delicatezza del servizio, ma necessaria per tutelare l'occupazione, la qualità del lavoro e quindi del servizio offerto alla piccola utenza. "O le aziende rispettano gli accordi, soprattutto quello collettivo sottoscritto il 20 dicembre - puntualizzano i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs o la mobilitazione sarà inevitabile". "Nelle prossime settimane continueremo a discutere con tutti i soggetti interessati, e a tal fine - aggiungono le sigle sindacali - riteniamo importante l'interessamento e il coinvolgimento dell'assessorato alla Scuola e al Lavoro e del dipartimento Servizi educativi di Roma Capitale. Già questa settimana dovremmo tenere, proprio con il dipartimento, il secondo incontro sui problemi sollevati: mancata assunzione di 50 lavoratrici e lavoratori nei municipi IV e VIII; contrattualizzazioni con aziende in subappalto, non previsto dal capitolato, nel municipio XIV; mancato riconoscimento dei diritti acquisiti; mancato rispetto del capitolato di gara e sottodimensionamento degli organici. Una situazione che va affrontata subito e in modo decisivo. "Non permetteremo - aggiungono - che la crisi pandemica sia interamente scaricata sulle spalle dei lavoratori. In queste due settimane che ci separano dallo sciopero sensibilizzeremo la comunità - concludono - perché riteniamo che i primi a dover essere tutelati, assieme agli addetti, siano i piccoli utenti che accedono al servizio".
Intanto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno anche chiesto di ritirare le procedure di licenziamento collettivo L.223/91 attivate nei confronti delle oltre 1.200 lavoratrici e dei lavoratori ex Lsu e Appalti storici esclusi dal processo di internalizzazione dei servizi di pulizie nelle scuole e attivare il tavolo governativo per trovare soluzioni occupazionali per tutte le persone coinvolte. Le organizzazioni sindacali, durante il recente confronto avuto con le aziende coinvolte, hanno contestato la natura e i contenuti del provvedimento, ritenendolo irricevibile. Tornano a sottolineare la necessità di assicurare continuità occupazionale e reddituale ai lavoratori rimasti fuori dal percorso di internalizzazione attivato dal ministero dell’Istruzione. Chiedono, inoltre, di mettere in sicurezza le persone attivando gli ammortizzatori sociali, anche a fronte dei nuovi interventi legislativi, contenuti nella Legge di Bilancio (art. 1, comma 960), che creano le condizioni per effettuare nuove e ulteriori assunzioni negli organici Ata.
Le imprese non hanno accolto, per ora, le richieste delle organizzazioni sindacali, che, anche per queste ragioni, non si sono rese disponibili a sottoscrivere alcun documento che potesse avvalorare la procedura attivata dalle imprese.
Filcams, Fisascat e Uiltrasporti tornano quindi a sollecitare il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Istruzione, la Conferenza delle Regioni e l’Anci a convocare urgentemente un incontro con tutte le parti coinvolte, al fine di individuare strumenti e soluzioni indispensabili per tutelare i lavoratori interessati, anche attraverso il ricorso allo strumento degli ammortizzatori sociali.
Ce.Au.