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Crisi

Sanità toscana: sindacati proclamano lo stato di agitazione

Tira una brutta aria nella sanità toscana. I sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione, con una serie di iniziative sui territori; se le cose non cambieranno si potrebbe arrivare a una grande manifestazione regionale che avrebbe del clamoroso per una regione che si è sempre considerata tra le prime della classe per la sanità.
Ma ora i conti non tornano più. Il presidente della Regione Giani non vuol sentir parlare di "buco": “i conti si fanno alla fine, in sede di bilancio, ripete da giorni.” Ma nelle casse regionali, ad oggi, mancherebbero oltre 400 milioni per la spesa sanitaria. Tanto che negli ultimi giorni si è cominciato a parlare di tagli alle spese, a cominciare dalla farmaceutica, costi da contenere e di un blocco delle assunzioni che, in piena pandemia, suona surreale.
“Da mesi denunciavamo che gli infermieri vincitori di concorso non venivano chiamati e chiedevamo lumi alla Regione - dice Mauro Giuliattini, reggente della Fp-Cisl Toscana - abbiamo dimostrato con i numeri che le assunzioni sbandierate erano solo stabilizzazioni e sostituzione, parziale, del turnover; ora il perché di quelle mancate assunzioni è evidente.”
Lo stato di agitazione è stato deciso al termine di un attivo dei quadri e delegati di Cgil-Fp, Fp-Cisl e Uil-Fpl della Toscana, convocato d’urgenza a fronte delle “determinazioni della Regione Toscana sul blocco degli organici delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere”. Quadri e delegati evidenziano la “situazione critica nella quale si trovano i servizi sanitari” della regione, a causa “dell’espansione delle attività legate al covid” e al contempo della necessità “di garantire il mantenimento della rete ordinaria dell’assistenza”; e parlano di “un comportamento inaccettabile delle Aziende del Ssr e della stessa Regione che continuano a rinviare risposte in ordine alla necessità rappresentata dal sindacato”.
Cgil-Fp, Fp-Cisl e Uil-Fpl si dicono al contempo preoccupate “per la carenza di adeguati stanziamenti del livello centrale al Fondo Sanitario Regionale, sufficienti a sostenere la crescita dei costi della pandemia ed il recupero di efficacia ed efficienza del nostro servizio sanitario, colpito da un decennio di tagli lineari.”
A sostegno della vertenza sono scese in campo anche le segreterie unitarie di Cgil, Cisl e Uil di Firenze, per il “grido di allarme lanciato dalle categorie che seguono la sanità rispetto alla mancanza di personale, dovuta al blocco delle assunzioni imposto dalla Regione Toscana. Ci preoccupano le ricadute che la suddetta mancanza può avere nella tenuta dei servizi ai cittadini.”
“Durante la prima fase della pandemia - scrivono Cgil, Cisl e Uil di Firenze - sembrava che la consapevolezza degli errori fatti in 20 anni di scelte sbagliate sulla sanità fosse diventato patrimonio anche della politica, con un mea culpa generale. Ora però è il momento di fare scelte se vogliamo dare concretezza alle tante parole di questi mesi”.
Alberto Campaioli

( 20 settembre 2021 )

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