Giovedì 25 aprile 2024, ore 17:06

Telecomunicazioni

Tim: ancora in attesa di risposte

Per Tim ancora una chiamata senza risposta. Il confronto di ieri pomeriggio tra sindacati e governo sul tema della rete unica e del futuro di Tim non è andato oltre l’interlocutorio. Al tavolo, al quale erano stati convocati i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Sbarra e Bombardieri insieme ai numeri uno dei sindacati di categoria, era presente solo il capo di gabinetto del Governo, Gaetano Caputi. I sindacati hanno ribadito al rappresentante del governo le loro preoccupazioni su uno spezzatino di Tim, pur sostenendo una rete unica ed hanno chiesto un nuovo tavolo dopo quest’ultimo incontro. Secondo indiscrezioni sembra che il governo Meloni avrebbe bloccato l'offerta di Cdp per la rete Tim, da integrare con quella di Open Fiber, per cui era stato sottoscritto un memorandum di intesa che prevede l'offerta sia presentata entro il 30 novembre, dopo la concessione di una deroga visto che avrebbe dovuto essere presentata già a fine ottobre. L'esecutivo starebbe lavorando a un piano alternativo. "E' auspicabile che ci sia un nuovo incontro per entrare nel merito delle scelte di politica industriale riguardo il futuro di Tim". Afferma il leader Cisl, Luigi Sbarra. "Abbiamo segnalato e puntualizzato che il governo è azionista importante di Tim e di Open Fiber e le scelte vanno condivise, abbiamo chiesto di essere protagonisti nella prospettiva di rilancio dell'azienda e di partecipare attivamente alle scelte conseguenti", Il segretario della Cisl ha sottolineato , inoltre, che durante la riunione i sindacati hanno "presentato al governo la preoccupazione di un piano industriale che rischia di determinare un drammatico smembramento del perimetro di unicità della dell'azienda". La posizione unitaria delle organizzazioni è quella che "Tim conservi e mantenga il profilo verticalmente integrato tenendo insieme la rete con tutto l'aspetto legato ai servizi" in quanto "c'è in discussione il futuro di un grande gruppo in una fase complessa difficile di transizione". Sbarra ha inoltre spiegato che "è decisivo pianificare una infrastruttura omogenea dell'intero territorio nazionale che assicuri reti ad alta velocità integrata a servizi per raccogliere anche la sfida di una transizione giusta ed equa". Per il numero uno di Cisl, "l'errore più grande che si possa compiere in una fase così decisiva è quello di spezzare il patrimonio fisico ed infrastrutturale su cui dovranno svilupparsi gli asset strategici del prossimo futuro. E' l'errore che sta compiendo la nuova dirigenza Tim nel piano industriale '22-24". E' quindi necessario, ha ribadito Sbarra, "una posizione netta del governo, e ondo azionista del gruppo attraverso Cdp, con forti garanzie su occupazione ed investimenti. Bisogna dare spazio ad una strategia di sviluppo che coniughi tecnologia e coesione". 

Domani scade il termine entro il quale Cassa depositi e prestiti dovrebbe presentare un'offerta non vincolante per la rete. L'obiettivo per le parti è arrivare ad una infrastruttura strategica, qual’è la rete in fibra, in mano pubblica. Come dichiarato anche dalla premier Meloni ai sindacati a Palazzo Chigi, lo scorso 9 novembre, riferendosi proprio a Tim. Ad oggi non c'è una divergenza sul risultato finale, cioè la rete unica , ma un contraddittorio su come arrivarci", ha osservato l'ad di Tim, Pietro Labriola. "Quello che dobbiamo mettere sempre al centro - ha aggiunto - è il futuro della società, stiamo navigando in un contesto complesso, sono 42mila i colleghi che da 10 anni lavorano con riduzione di orario e stipendio". Al momento l'accordo appare difficile perchè Vivendi, azionista principale di Tim con il 23,7% del capitale avrebbe chiesto, secondo quanto trapela, oltre 30 miliardi per la rete. Una valutazione giudicata esagerata da Cdp. "Sappiamo che il governo sta provando ad accelerare - dichiara Alessandro Faraoni, segretario generale Fistel Cisl. La prima domanda è cosa intenda fare l’esecutivo con il ramo servizi e retail della futura Tim. Chiediamo che nel nuovo assetto societario sia garantita l'occupazione a 360 gradi per tutti e riteniamo che oltre a Cdp venga presa in considerazione qualche altro ambito pubblico che garantisca la sicurezza per tutti i lavoratori. Noi continuiamo a essere contrari allo spezzatino ma laddove dovesse essere questo l'orientamento anche di questo governo dobbiamo trovare delle soluzioni che salvaguardino tutti". "Da anni affermiamo che serve un intervento di politica industriale nel settore delle Tlc - ricorda Fabrizio Solari, segretario Slc Cgi - che in Italia continuano ad avere delle performance differenti rispetto al resto d'Europa, bruciare risorse e mettere a rischio gli investimenti. Sono anni che aumenta la domanda e diminuisce il fatturato, è un unicum sulla faccia della terra". La seconda questione, evidenzia Solari, "è che Tim, l’azienda più importante del settore, dai tempi della privatizzazione non ha una governance in grado di avere un orizzonte temporale sufficiente per realizzare un piano di investimenti. C'è un problema di stabilità dell'azionariato. Noi non siamo affatto contrari alla rete unica. Bisogna però stare attenti a non distruggere una delle pochissime multinazionali di questo paese".
Ce.Au.

( 28 novembre 2022 )

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