Tim propone ai sindacati un piano di uscite volontarie con prepensionamenti secondo l’articolo 4 della legge Fornero pari a 4.000 unità elevabili a 5.000 entro il 31 dicembre 2018. È quanto si apprende da fonti sindacali che partecipano al tavolo con l’azienda. Il piano prevede anche un massimo di 2.500 esodi incentivati entro il 2020 e, infine, 2.000 assunzioni da finanziare con una solidarietà espansiva di 20 minuti al giorno.

"La grande complessità delle tematiche esposte ed i passaggi democratici necessari non possono essere bypassati da una scadenza imposta unilateralmente dall’azienda, pena il rischio di insuccesso del negoziato con le relative conseguenze", si legge in una nota Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom in merito alla richiesta di Tim di un accordo sulle uscite volontarie entro il 6 marzo. "Molto dipenderà dalla qualità delle effettive disponibilità che l’azienda manifesterà” dicono i sindacati. E sì' al confronto ma tutelando i lavoratori che restano nel gruppo Tim. Questa la posizione espressa dal segretario generale della Fistel Cisl Vito Vitale, in merito al piano di gestione degli organici presentato dall'azienda di tlc ai sindacati. "Il programma di riorganizzazione di Tim, che prevede 6.500 uscite volontarie e l'applicazione della solidarieta' estesa, pone dei temi fondamentali: in primo luogo, le ripercussioni finanziarie dell'applicazione della legge Fornero in termini di copertura previdenziale; ma soprattutto quale sarà l'azienda futura e come saranno tutelati i lavoratori che restano. Il confronto va bene - conclude - e se ci saranno risposte esaustive affronteremo un possibile accordo".

In dettaglio, sono 7.500 le uscite volontarie individuate da Tim nel periodo compreso tra il 2018 e il 2020. Questa la proposta che il capo del personale del colosso tlc ha formulato oggi ai sindacati riuniti nella sede di via di Val Cannuta per affrontare il tema degli esuberi dopo la fine della solidarietà. In particolare, l'azienda ha proposto 4.000 prepensionamenti elevabili a 5mila secondo la legge Fornero da realizzarsi entro la fine di quest'anno più 2.500 esodi incentivati entro il 2020, uno strumento che sarà proposto a tutto il personale.

Al contempo, Tim ha proposto 2.000 assunzioni a fronte di una solidarietà espansiva di circa 20 minuti al giorno che coinvolgerebbe tutti i dipendenti. Un piano di riduzione dei dipendenti nel triennio ancora aggressivo che conferma gli spazi di efficienza ancora elevati sul fronte dei costi per il gruppo. I costi straordinari, così come circolato in queste ultime settimane, sono attesi a circa 700 milioni di euro.

L'attuale costo del personale in Italia è di circa 2,6 miliardi di euro con 50,5mila unità. McKinsey ha stimato un risparmio annuo di 400 milioni di euro. La trattativa con i sindacati sul piano di esuberi è un tema rilevante in vista del piano industriale che sarà presentato il prossimo 6 marzo. "Pensiamo che il focus del mercato nel 2018 per supportare un re-rating sarà sulla capacità di stabilizzare i ricavi e di migliorare la generazione di cassa del gruppo, accelerando il deleverage", sottolineano gli analisti di Equita.

(Domani su Conquiste tabloid l'articolo integrale di Rodolfo Ricci)

( 18 gennaio 2018 )