Buone notizie per i 90 lavoratori dello stabilimento Vibac di Termoli. L’azienda infatti, nell’ultimo incontro al Mimit, si è impegnata a ritirare la procedura di licenziamento collettivo a fronte di un contestuale accordo di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, per la durata di 6 mesi, confermando la strategicità del sito produttivo. L’incontro tra le organizzazioni sindacali di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e i rappresentanti del Gruppo Vibac, ha portato l’azienda a rivedere alcune posizioni. Oltre al passo indietro sui licenziamenti collettivi, l’azienda si è impegnata a consolidare e sviluppare iniziative commerciali finalizzate alla ricerca di nuovi prodotti, per incrementare la propria offerta e penetrare nuovi mercati in modo da implementare nuove linee produttive sullo stabilimento di Termoli.
Vista l’imminente scadenza, a luglio, degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dello stabilimento di Viaggiano, l’azienda si è impegnata ad avviare un reale confronto con le organizzazioni sindacali allo scopo di individuare strumenti alternativi alla riduzione di personale e ha assicurato di gestire gli eventuali esuberi, attraverso piani di incentivazione all’esodo basati su risorse economiche realmente incentivanti. In ultimo i rappresentanti del gruppo Vibac hanno garantito l’attivazione e il consolidamento di percorsi con le regioni interessate Molise e Basilicata, per il supporto su politiche attive e di formazione.
Soddisfatti i sindacati di categoria per il cambiamento effettuato dall’azienda. Cambiamento che però, avvertono, dovrà essere concretizzato attraverso azioni tangibili: un reale confronto con le organizzazioni sindacali sul piano industriale di Gruppo e la realizzazione di investimenti veri e diretti a salvaguardare lo sviluppo produttivo futuro del Gruppo e i livelli occupazionali di ogni sito. “Crediamo - affermano i sindacati di categoria Filctem, Femca e Uiltec - che il monitoraggio continuo degli impegni assunti nel tavolo ministeriale e il prosieguo del confronto con il Coordinamento unitario nazionale, siano funzionali a sviluppare politiche che consentano di rilanciare l’attività produttiva in tutti i siti, in modo da ridurre al minimo eventuali impatti occupazionali. L’unico modo per non leggere il solito copione di un pessimo film già visto nelle precedenti crisi aziendali”.
Sara Martano