Mercoledì 15 maggio 2024, ore 12:21

Tecnologia

Donne e tecnologia, binomio imperfetto: disparità salariale per 7 lavoratrici su 10

La tecnologia e la sua avanzata dirompente rischia di avere un effetto anche più pesante sulle donne che lavorano. Non soltanto si discute sugli effetti che l’Intelligenza artificiale in particolare avrà sulla cancellazione di molte mansioni e profili ma cresce l’attenzione sulle conseguenze di genere che potrebbe determinare. Secondo una ricerca presentata all’Università di Milano - Bicocca, le donne che lavorano nel mondo della tecnologia faticano a ottenere un riconoscimento salariale e di carriera: ”oltre il 70% dichiara di aver percepito o esperito un trattamento salariale diverso rispetto ai colleghi uomini”. È uno dei risultati della indagine condotta dall'Università di Milano-Bicocca e Women&Tech Ets - Associazione Donne e Tecnologie. L'indagine ha coinvolto quasi 200 professioniste delle aziende associate a Women&Tech Ets che lavorano in realtà ad alta intensità lavorativa (il 70% nel Settore Tech, Software e Internet), tra i 30 e 45 anni (46,9%) e laureate (62%). In particolare, si legge tra i dati presentati, ”il 30% è in possesso di un titolo di studio in discipline Stem e il 24,6% ha conseguito uno o più master”. Dal punto di vista dell'onere lavorativo medio giornaliero, quasi il 40% delle partecipanti dichiara un impegno pari a 9 ore e 50 minuti, al quale si aggiungono straordinari e trasferte. ”Il 42% del campione si dichiara abbastanza soddisfatta del proprio lavoro, il 12% molto soddisfatta e il 29% soddisfatta. Il 53% delle intervistate ha figli, il 20% è genitore single”. Le madri che lavorano full-time e le madri single sono quelle che esprimono maggiori difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia e maggiore fatica a godere di tempo libero. Significativo il fatto che la quota di lavoratrici a orario ridotto presente nel campione (10%) sia composta per il 90,5% da donne madri e che in questo gruppo non si registri la presenza di donne che ricoprono ruoli apicali. Oltre alla diffusa percezione di ineguaglianze a livello salariale, il 51,4% delle professioniste dichiara che accade ”spesso o sempre” di percepire maggiori difficoltà nell'ottenere credibilità e riconoscimento rispetto ai colleghi uomini. ”Sebbene il 37% delle professioniste dichiari una progressione di carriera negli ultimi 5 anni - dicono i ricercatori - il 19,5% ritiene che il suo genere abbia spesso giocato un ruolo negativo nel vedersi accettare una possibilità di miglioramento di carriera”. Un elemento che dovrà essere affrontato se, come si legge in un’altra ricerca di Intesa SanPaolo, nei distretti industriali italiani, la priorità sarà proprio il rapporto tra tecnologie e capitale umano e va considerato che la diffusione di alcune tecnologie nei settori ad alta intensità distrettuale è ancora bassa: suiservizi di cloud computing, di analisi dati, di IA ed e-commerce c’è ancora molto da fare nei confronti del capitale umano e delle pari opportunità salariali.
An. Ben. 

( 23 aprile 2024 )

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