Mercoledì 15 maggio 2024, ore 12:06

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Se fino a pochi decenni di anni fa il tatuaggio era considerato una forma di trasgressione e di ribellione, se non addirittura un segno infamante, oggi è diventato una vera e propria moda, strumento di aggregazione, identitario e performativo, tanto da aver portato ricercatori e studiosi ad affermare che “tutti si tatuano di tutto” e questo non solo in mondi lontani dal nostro, ma anche all’interno della società italiana, basti pensare che il nostro paese si erge a leader mondiale di questo fenomeno culturale, con una percentuale pari al 48% di popolazione adulta tatuata, seguito dalla Svezia (47%) e dagli USA (46%). Nell’arco degli ultimi 30 anni il tatuaggio è diventato una pratica che non esprime diversità né rappresenta solo identità minoritarie, ma tutti la praticano senza distinzione di sesso, età o estrazione sociale, anche se pochi ne conoscono le sue origini e le diverse funzioni che a partire dal mondo antico ha avuto anche all’interno delle civiltà mediterranee e non solo nei lontani mondi esotici. Con lo scopo di far conoscere la tradizione millenaria di questa pratica, che modifica permanentemente il corpo e che fin dagli albori, anche in Italia, ha accompagnato la storia dell’uomo, il Mudec di Milano presenta la mostra “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo”. Non una mostra d’arte in senso stretto, ma una mostra didattica e di ricerca. Un percorso di carattere antropologico e culturale che attraverso uno studio storico e sociale vuole ricostruire l’evoluzione del fenomeno dalle sue origini fino a oggi attraverso le diverse sfaccettature con cui si è manifestato

( 19 aprile 2024 )

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