Lunedì 29 aprile 2024, ore 6:20

Francoforte 

Pressing sulla Bce per tagliare i tassi in vista del nuovo Patto di stabilità 

A tutto pressing. Anche S&P Global Ratings prevede che la Banca centrale europea taglierà i tassi tre volte nel 2024, a partire da giugno. Secondo l'agenzia di rating, la possibilità di ulteriori tagli dei tassi nel 2025 sembra più limitata di quanto si pensasse; il tasso di interesse sui depositi presso la Bce, scrive S&P Global Ratings, potrebbe raggiungere il 2,5% nel 2025, diversamente dal 2% considerato in precedenza. Secondo l'agenzia, l'economia europea prosegue verso un miglioramento dell'attività e una moderazione della crescita dell'occupazione. Tuttavia, S&P Global Ratings ritiene che l'incertezza sull'andamento della produttività e la lentezza nell'attuazione del piano di recovery del Next Generation EU potrebbero far sì che la ripresa della crescita sia più debole del previsto. S&P Global ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL al 2025, portandole all'1,3% dall'1,5%.

Al contrario, S&P Global Ratings ha leggermente aumentato le previsioni relative all'inflazione portandole al 2,1% nel 2025 e all'1,9% nel 2026, alla luce di una crescita elevata e prolungata dei salari in un contesto di produttività lenta. D’altronde, l'inflazione è in rapido calo e si avvicina all'obiettivo del 2% "rendendo possibile un taglio dei tassi, e va in questa direzione il consenso che sta emergendo soprattutto nelle settimane più recenti, nell'ambito del consiglio direttivo della Bce", ha detto il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta. Peraltro Francoforte asciuga il quantitative easing e si 'ritira’dal 2023, dal possesso dei titoli di Stato dell'eurozona e anche dell'Italia, mercato in cui tornano gli investitori stranieri, attratti dai buoni rendimenti e le famiglie accorse in massa a sottoscrivere le emissioni dei Btp Valore.

Riducono la loro quota invece le banche del nostro paese che detengono, secondo gli ultimi dati della Banca d'Italia di gennaio, 347 miliardi di euro contro i 381 di un anno fa. E proprio agli istituti di credito è arrivato lo sprone del ministero dell'economia Giancarlo Giorgetti affinchè usino le riserve accumulate per finanziare l'economia reale e fare fronte a possibili periodi di difficoltà senza contare solo sul differenziale fra tassi sui depositi e quelli sui prestiti o investimenti. Comunque si vedrà dai prossimi dati ufficiali della Banca d'Italia se la percentuale del debito detenuto in mani italiane sia cresciuto o meno visto che una quota degli investimenti stranieri sono in realtà italiani in Sgr o fondi basati all'estero.
Il flusso di hedge fund e fondi di investimenti stranieri è sottolineato anche da un articolo pubblicato sul blog della Bce secondo cui la riduzione del bilancio dell'Eurotower (-22% dalla metà del 2022) di 2000 miliardi di euro non ha provocato forti turbolenze grazie appunto anche al ruolo degli investitori privati specie stranieri, "tradizionalmete molto sensibili agli alti rendimenti".

Rodolfo Ricci

( 26 marzo 2024 )

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