Ora è fondamentale capire come e dove allocare le risorse per poter arrivare alla saturazione produttiva dell’Altoforno 4 e procedere al riavvio di Afo 2 e Afo 1 dopo i processi manutentivi”. Così il segretario generale della Fim Ferdinando Uliano dopo l’incontro a Palazzo Chigi col Governo su Acciaierie d’Italia. La novità è che a breve saranno trasferiti 150 milioni da Ilva amministrazione straordinaria ad Acciaierie d’Italia per la manutenzione degli impianti ed entro un mese verrà presentato il piano industriale. “Fondamentale - continua Uliano - è capire i tempi di disponibilità delle risorse per gli acquisti di materie prime per poter dare garanzia di riavvio degli impianti e rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione. Cigs su cui chiediamo un confronto per poter garantire migliori condizioni ai lavoratori in attesa del rilancio impiantistico”.
Il Governo ha anche assicurato che non ci sono particolari criticità sul prestito ponte di 320 milioni e nelle prossime settimane ci saranno risposte definitive dall’Europa. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti ha precisato che già stanno lavorando al decreto interministeriale per il prestito ponte e che quest’ultimo sarà avviato appena i Commissari faranno richiesta formale che dovrebbe arrivare come confermato dal commissario Giancarlo Quaranta appena conclusa la disamina sulla situazione degli impianti che dovrebbe avvenire per la prima metà di aprile. La mappatura, ha spiegato il commissario, serve per fare un piano delle necessità e degli interventi necessari al fine di consentire l’attività dell’attuale acciaieria e anche di aumentare gradualmente la produzione, fino al riavvio dell’altoforno 2 (fermo da gennaio 2024) nel giro di 2-3 mesi. Mentre, per quanto riguarda l’altoforno 1 (fermo da agosto 2023) sarà necessario il rifacimento del crogiolo e quindi ci vorrà più tempo per il riavvio. Complessivamente secondo quanto affermato dal ministro Adolfo Urso ci vorranno 6/7 mesi per la manutenzione dei due forni 1 e 2 e si pensa di riunire i commissari per allinearsi sul nuovo contratto di affitto.
Ma non è tutto. “Al pari di questi temi - continua il segretario nazionale Fim Valerio D’Aló - bisognerà stabilire il futuro occupazionale dei 1.600 lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria anche in relazione alle condizioni di convivenza delle due amministrazioni straordinarie, tenendo presente la validità dell’accordo del 6 settembre 2018”. Rispetto agli ammortizzatori, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, al tavolo ex Ilva, ha ricordato come attualmente sono in cassa integrazione 2.500 lavoratori nel sito di Taranto. A questi potrebbero aggiungersene altri grazie all’attivazione di uno strumento straordinario, fuori dalla cassa ordinaria (potrebbe essere di 10 settimane per le aziende dell’indotto) per sostenere i lavoratori in questo periodo di manutenzioni e in vista della ripresa produttiva. Una ripresa auspicata e necessaria se si vuole tornare a parlare del grande sistema siderurgico italiano.
Sara Martano