Giovedì 18 settembre 2025, ore 11:39

Scenari

Quella strana alleanza tra Washington, Tel Aviv e Silicon Valley

Peter Thiel, fondatore di Palantir Technologies Inc. e Alex Karp sono membri del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg. Secondo Newsweek, Peter Thiel ed Eric Schmidt, ex ceo e amministratore delegato di Google, nonché presidente del Defence Innovation Advisory Board del Pentagono e, nel 2018, primo presidente della Commissione per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti sull’intelligenza artificiale, sono considerati i veri eredi di Henry Kissinger. La tesi principale di un articolo di Naked Capitalism è che il Complesso Militare Industriale, da cui Eisenhower aveva messo in guardia, si è espanso fino a includere i governi degli Stati Uniti e di Israele, nonché le principali aziende tecnologiche della Silicon Valley. Se Eisenhower a suo tempo era riuscito a tracciare una linea di demarcazione tra il Mic e il governo, oggi ciò non è più possibile. Questa nuova alleanza, definita “complesso militare-digitale”, è caratterizzata dalla pericolosissima labile distinzione tra settore pubblico e privato, con le aziende che svolgono un ruolo cruciale e spesso irresponsabile negli affari geopolitici e nelle operazioni militari (partenariato invece sostenuto fortemente da Davos). Da questo, sta emergendo un nuovo sistema di potere. Lo spiegava bene un discorso tenuto da Peter Thiel alla Stanford University nel 2004, intitolato “Il momento straussiano”, in onore del principale pensatore neoconservatore. Thiel delineava “le fondamenta della nuova architettura del potere globale”. Basava questo pensiero sulla premessa che “i fatti brutali dell’11 settembre richiedono un riesame dei fondamenti della politica moderna”, dato che “la filosofia politica occidentale non è più in grado di far fronte al nostro mondo di violenza globale”. Dopo la fine della Guerra Fredda nel 1991 e l’avvio della catastrofica “guerra al terrore” in seguito all’11 settembre 2001, questa alleanza si espanse fino a includere il governo e i giganti della tecnologia della Silicon Valley, rendendo ancora più sfumati i confini tra settore pubblico e privato. L’autore afferma che questa nuova architettura di potere globale “richiedeva un nuovo compromesso, e questo nuovo compromesso richiedeva inesorabilmente più sicurezza a scapito di una minore libertà”. Non solo Palantir è nato da questa teoria, ma l’attuale massacro a Gaza e i conflitti in Medio Oriente in generale, così come in Ucraina, sono la prova dell’esistenza del “complesso militare-digitale” che unisce il Mic, gli Stati Uniti, Israele e la Silicon Valley”. L’articolo citato da Naked Capitalism è di Stefano Ali Azzali, professore di Storia Romana. “Come osserva Ian Bremmer - scrive Azzali - l’influenza geopolitica un tempo esercitata dalle società a responsabilità limitata non può eguagliare la presenza globale pervasiva delle odierne aziende tecnologiche, in grado di influenzare direttamente i mezzi di sussistenza, le relazioni, la sicurezza e persino i modelli di pensiero di miliardi di persone in tutto il mondo. Resta chiaro che con la creazione dello spazio digitale, queste società hanno stabilito una nuova dimensione geopolitica, sulla quale esercitano un’autorità assoluta”. Nel suo discorso di addio, pronunciato dallo Studio Ovale il 17 gennaio 1961, il presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower mise in guardia la nazione dai pericoli rappresentati da un’alleanza informale tra le forze armate, i dipartimenti governativi interessati e le aziende del settore militare-tecnologico. Lo studioso Alex Roland spiega: “Particolarmente irritante per Eisenhower era la ricerca sconsiderata di nuovi e spesso ridondanti sistemi d'arma, dispositivi attraverso i quali le forze armate si contendevano ruoli e missioni e gettavano le basi per un aumento di budget e livelli di forza adeguati ai loro nuovi equipaggiamenti”. Oggi, il partenariato pubblico - privato è evidente nell’assegnazione di contratti militari e di sicurezza a entità aziendali, sempre più riconosciute come grandi conglomerati transnazionali. Ciò consente agli attori internazionali di operare in ambiti che esulano dai confini del diritto internazionale. Questa situazione dà origine a un potere immenso senza un adeguato controllo di responsabilità. La simbiosi tra le aziende della Silicon Valley e le agenzie di intelligence statunitensi e israeliane è ulteriormente evidenziata in una serie di inchieste di Alan MacLeod, in cui l’autore rivela che giganti della tecnologia come Apple, TikTok, Microsoft, Facebook (Meta) e Google hanno integrato nel loro staff decine di veterani provenienti da una controversa unità d’élite delle Forze di difesa israeliane (l’Unità 8200). L’Unità 8200 gestirebbe un sistema noto come “Il Vangelo” ( Habsora in ebraico), che analizza centinaia di algoritmi per identificare potenziali obiettivi a partire dai dati archiviati in un vasto archivio digitale. L’Unità 8200 sarebbe anche coinvolta nel Progetto Lavanda, una gigantesca lista di decine di migliaia di abitanti di Gaza, generata dall’intelligenza artificiale, con cui ad ogni abitante di Gaza viene assegnato un punteggio da 1 a 100, in base alla sua percepita vicinanza ad Hamas. “Dall’ottobre 2023 - spiega Azzali - , la stretta collaborazione e competizione tra i produttori di armi israeliani e internazionali ha trasformato Gaza in una sorta di laboratorio o banco di prova per le tecnologie militari emergenti, tra cui piattaforme di difesa aerea, droni, strumenti di puntamento basati sull’intelligenza artificiale e persino il programma F-35 guidato dagli Stati Uniti d’America. Era il sogno di Henry Kissinger, quando scriveva: “L’alleanza tra scienza e guerra ha garantito una maggiore accuratezza dei nostri strumenti, e ci si può aspettare che l'IA compia un’altra svolta, o molte. L’IA ridurrà così il divario tra l'intento originale e il risultato finale, anche nell’applicazione della forza letale. Che si tratti di sciami di droni terrestri, corpi di macchine schierati in mare o eventualmente flotte interstellari, le macchine saranno in grado di uccidere gli esseri umani con un grado di incertezza minimo e un impatto illimitato. I limiti della potenziale distruzione dipenderanno solo dalla volontà e dalla moderazione di umani e macchine”. Tra le aziende del complesso militare-digitale che si distinguono maggiormente per il loro supporto pratico e ideologico alle politiche del governo di Tel Aviv, Palantir Technologies Inc. si distingue come caso emblematico. Palantir Technologies Inc è stata fondata nel 2003 “utilizzando 2 milioni di dollari in round di investimento da In-Q-Tel, la società di capitale di rischio della Cia” e annovera tra i suoi clienti l’Fbi, la Nsa, l’Irs, vari dipartimenti di polizia e altre agenzie governative. L’azienda con sede a Denver è specializzata nello sviluppo di software di intelligenza artificiale (Ia) a supporto dell’analisi dei dati e dei processi decisionali in grandi organizzazioni, principalmente militari e altre agenzie governative. Fornisce i suoi strumenti alle forze di sicurezza israeliane almeno dal 2017, a partire dal suo sistema di polizia predittiva. Il co-fondatore e ceo di Palantir, Alex Karp, riassume la sua visione in una discutibile frase: “Gli attivisti per la pace sono attivisti per la guerra. Noi siamo gli attivisti per la pace”. 
Raffaella Vitulano

( 18 settembre 2025 )

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