Sindacati preoccupati per il futuro produttivo della Bosh di Bari che attualmente impiega circa 1700 dipendenti e ha 9 diverse tipologie di produzione legate in particolare alle motorizzazioni diesel e benzina che termineranno entro il 2035. “Nell’incontro sindacale presso la sede centrale di Bosch Italia abbiamo sollevato la questione ai massimi vertici italiani” affermano in una nota congiunta il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e il segretario generale Fim Cisl Bari Donato Pascazio.
Per la Fim sono due le linee di intervento da prevedere. “La prima è interna al gruppo Bosch - spiegano i sindacalisti - per attuare modalità di solidarietà prevedendo la possibilità, come fatto in passato con il sostegno di tutte le organizzazioni sindacali, di valutare le produzioni in eccesso in altri siti per allocarli presso lo stabilimento di Bari; la seconda - continuano - è verso il Governo, sollecitando urgentemente la convocazione del tavolo di crisi Bosch presso il Mise e verificare le possibilità di riconversione industriale garantendo il futuro allo stabilimento e ai lavoratori”.
Un sfida importante che il sindacato ha lanciato all’azienda, la quale ha mostrato massima disponibilità. Anzi, nello specifico l’azienda si è impegnata a chiedere con i sindacati la richiesta di convocazione al Mise e si è impegnata ad effettuare un’ approfondita analisi interna per poi avanzare alcune proposte alle organizzazioni sindacali in merito all’opportunità di verificare la possibilità di solidarietà̀ interne al Gruppo. “Riteniamo importanti le disponibilità di massima date da Bosch - concludono Uliano e Pascazio - è un inizio di un lungo percorso, nello stesso tempo riteniamo indispensabile dare concretezza in tempi brevi agli impegni presi per dare un giudizio complessivamente positivo”.
Sa. Ma.
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