Giovedì 1 maggio 2025, ore 11:23

Grande distribuzione

Lidl , multa da un milione di euro per l’etichetta sulla pasta italiana

Etichette fuorvianti sulla provenienza della pasta. Questo il motivo per cui l’Antritrust ha comminato alla catena tedesca di supermercati Lidl una multa da un milione di euro. In un’azione correlata, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha anche reso obbligatori gli impegni di Auchan, Cocco, De Cecco e Divella, che dovranno modificare le etichette in modo da garantire un’informazione completa al consumatore circa l’origine del grano utilizzato. In molti casi, infatti, non era chiara la provenienza estera della materia prima.

Secondo l’Antitrust, negli ultimi 30 mesi Lidl ha utilizzato "semola ottenuta da miscele di grani duri provenienti sia dai paesi Ue che non Ue". Il grano italiano "rappresentava in media una quota del 40%", meno della metà. Il grano duro era utilizzato nella produzione di pasta di semola commercializzata con i marchi Italiamo e Combino. In totale, l’Antitrust ha concluso cinque procedimenti riguardanti informazioni fuorvianti sull’origine del grano utilizzato nella pasta di semole. I destinatari sono, nello specifico, cinque aziende: Divella (marchio Divella), F.lli De Cecco di Filippo -Fara San Martino (marchio De Cecco), Margherita Distribuzione (ex Auchan Spa, marchio Passioni), Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco (marchio Cav Giuseppe Cocco), Lidl Italia (marchi Italiamo e Combino).

Le prime quattro si sono tutte impegnate a cambiare le informazioni date sull’etichetta e sui siti aziendali, mentre il marchio tedesco no. A differenze del marchio tedesco, le aziende adotteranno un nuovo set informativo che "permetterà così di evitare la possibile confusione tra provenienze della pasta e origine del grano". Lidl invece non ha voluto modificare la pratica commerciale, e per tale ragione soltanto quest’ultima dovrà pagare una multa da 1 milione di euro.

Diciture sulle confezioni di pasta Italiamo e Combino come "Specialità italiana" e "Prodotto in Italia" sono state ritenute ingannevoli dall’Autorità. Secca la replica del gruppo tedesco. Un’interpretazione che Lidl Italia non condivide, e pertanto l’azienda "si riserva di tutelare la propria immagine e i propri diritti nelle sedi più opportune".

Secondo Lidl, infatti, "la comunicazione riportata sulle confezioni dei suddetti marchi è perfettamente conforme a quanto stabilito dalla normativa vigente".

( 20 gennaio 2020 )

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