È iniziata in Senato l'esame della risoluzione che detta le procedure per la presentazione del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), secondo la nuova governance europea, che non è stata ancora recepita dall'ordinamento italiano. "Il Fmi vive in una situazione di comfort, non si misura col popolo e si può permettere di impartire ricette che storicamente non sempre hanno funzionato. È comunque un utile stimolo, anche perché è bello nella realtà superare in termini di crescita le previsioni sempre ultraprudenti previsioni del Fmi", ha detto il ministro dell'Economia intervenendo in replica in aula al Senato sulla risoluzione sui contenuti del Dpfp.
Su salari e stipendi "l'invito che mi sento di fare è che le parti datoriali private facciano anch'esse la loro parte e riconoscano anche loro ai lavoratori aumenti stipendiali, ha sottolineato il ministro dell'Economia. "Solo per quanto riguarda il pubblico impiego abbiamo recuperato dei contratti che erano in arretrato pazzesco e in questo momento stiamo rinegoziando i contratti per stare al passo", ha detto Giorgetti, ricordando che la legge di bilancio dello scorso anno ha stanziato le risorse per i contratti del Pubblico impiego, "una cosa mai fatta in precedenza, in una logica pluriennale".
Ma il cantiere della manovra riparte dal quadro della crescita, da cui dipenderanno i parametri di debito e deficit su cui costruire la legge di bilancio: dalle prime stime provvisorie contenute nel Dpfp, il documento che sarà inviato in Parlamento entro il 2 ottobre, emerge una crescita tendenziale, cioè senza tener conto delle misure di stimolo all'economia, pari a +0,5% per il 2025 e +0,7% nel 2026. E sulle misure lato spesa in preparazione per la manovra, mette due punti fermi: rottamazione delle cartelle esattoriali, anche se "pace fiscale è un termine migliore di rottamazione", dice il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti in collegamento a un evento elettorale della Lega a Pesaro. "Ci stiamo lavorando, ormai siamo in vista di un risultato ragionevole.
Lato entrate, invece, il ministro leghista definisce "assolutamente doveroso" un contributo delle banche dove "non andiamo a fare crociate, ci metteremo al tavolo con loro e troveremo il modo in cui possano dare un contributo al sollievo fiscale": si tratta di intervenire su un settore che ha fatto "utili stratosferici ma senza bullizzare nessuno". Lato entrate, invece, il ministro leghista definisce "assolutamente doveroso un contributo delle banche dove non andiamo a fare crociate, ci metteremo al tavolo con loro e troveremo il modo in cui possano dare un contributo al sollievo fiscale": si tratta di intervenire su un settore che ha fatto "utili stratosferici" ma "senza bullizzare nessuno". Un affondo politico che arriva mentre il partner di maggioranza Forza Italia incontrava al Senato una delegazione dell'Abi guidata dal presidente Antonio Patuelli e ribadiva "la propria posizione contraria all'introduzione di qualsiasi nuova tassa nei confronti di chiunque", incluse le banche visto il positivo andamento dell'intesa stabilita lo scorso anno, che porterà al bilancio dello Stato, per gli anni 2025 e 2026, oltre 4 miliardi di euro.
"Io non ho obiezioni politiche, io ho una legge che devo far rispettare come ho fatto. Come l'ho fatta rispettare agli altri la farò rispettare per loro, c'è una legge e vale per tutti", ha specificato il ministro Giorgetti, arrivando in Senato, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se avesse un'obiezione politica ad una eventuale fusione Credit Agricole Italia e Bpm. A chi gli chiedeva se ipotizzasse anche un utilizzo del Golden power, il ministro ha risposto: "Mi riferisco appunto alla legge" sul golden power. Il ministro ha quindi aggiunto di non avere valutazioni, "perché non esiste l'operazione e quindi come faccio a fare valutazioni". Sul fatto che ci possa essere notificazione, ha aggiunto: "L'avranno notificato alla Banca d'Italia non al governo".
Rodolfo Ricci