Venerdì 17 ottobre 2025, ore 10:48

Legge di bilancio 

Manovra, slitta l’approvazione: si tratta sul contributo dalle banche 

Taglio dell'Irpef, rottamazione quinquies, sterilizzazione parziale dell'aumento dell'età pensionabile, aiuti alle famiglie, sanità, imprese. Le principali misure che andranno a comporre la prossima manovra da 16 miliardi sono abbozzate a grandi linee. Ma la partita è ancora aperta. Il nodo da sciogliere è il contributo in arrivo dalle banche: le trattative proseguiranno fino all'ultimo e il punto di caduta dovrebbe fermarsi poco sotto i 3 miliardi. L'ipotesi sul tavolo, da cui arriverebbero 2,8 miliardi, prevederebbe un meccanismo che passa attraverso la vecchia tassa sugli extraprofitti. Oggi pomeriggio un un Consiglio dei ministri varerà in serata il Documento programmatico di bilancio, atteso domani a Bruxelles. Serve invece ancora qualche giorno per la Legge di Bilancio, per la quale c'è comunque tempo fino al 20 ottobre per l'invio alle Camere: la manovra arriverà quindi sul tavolo di un altro Cdm, sempre in settimana, forse giovedì. Da segnalare che in una nota, il comitato esecutivo dell'Abi ha fatto sapere di aver "approvato all'unanimità di proseguire in via straordinaria nei contributi poliennali al Bilancio dello Stato, nella stessa logica concordata lo scorso anno, per il rilancio dell'economia e per la solidarietà sociale".

L'associazione nel suo comunicato sottolinea che la riunione del comitato esecutivo ha inoltre "approvato all'unanimità la relazione del direttore Marco Elio Rottigni incaricato degli approfondimenti relativi all'accordo dello scorso anno sull'ulteriore contributo delle banche al Bilancio dello Stato per il rilancio dell'economia". Nelle scorse settimane la Lega ha spinto per un contributo fino a 5 miliardi. Su questo fanno muro gli alleati di Forza Italia, che si sono detti contrari a qualsiasi tipo di intervento unilaterale sul mondo del credito. Non si esclude poi che, come già avvenuto lo scorso anno, un sacrificio possa essere chiesto anche alle assicurazioni. Per quanto riguarda l'Irpef, si va verso un taglio di due punti della seconda aliquota, dal 35% al 33% per i redditi fino a 50 mila euro. La misura dovrebbe assicurare in busta paga circa 440 euro in più all'anno. Si tratta di un intervento da circa 4 miliardi, che segue quelli sui redditi medio-bassi attuati nelle ultime due leggi di bilancio.

Si tratta ancora sulla nuova rottamazione: la Lega spinge per una rateizzazione ampia su 9 anni e 108 rate, ma nella maggioranza si punta ad introdurre il paletto del pagamento di un acconto del 5%. si è parlato anche dell'ipotesi della prima casa fuori dall'Isee: si va verso un'esclusione selettiva, fissando un tetto riferito al valore catastale dell'immobile. La proposta è emersa al vertice di maggioranza di domenica sera. L'idea, spinta dalla Lega e promossa direttamente anche da Matteo Salvini, sembra aver trovato condivisione da parte di tutti i leader di centrodestra. Il tetto non è stato ancora definito: secondo quanto emerso, si parla di un valore di 100.000 euro, che però potrebbe essere considerato un po' alto. In manovra dovrebbe esserci anche la conferma del bonus ristrutturazioni al 50% sulle prime case. Per la Sanità dovrebbero arrivare altri 2,5 miliardi (oltre ai 5 già previsti), e il ministro Schillaci li vorrebbe destinare a nuove assunzioni a partire dagli infermieri e allo smaltimento delle liste di attesa.

Il vertice di maggioranza di domenica sera a casa della premier Giorgia Meloni non sarebbe infatti stato risolutivo, come già il precedente. E in ambienti di maggioranza si riferisce di una situazione ancora interlocutoria. La manovra "non è chiusa", ha confermato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti incontrando a Palazzo Chigi le imprese. Dalle organizzazioni datoriali e di categoria arrivano molte sollecitazioni, dalla riduzione del peso fiscale sul ceto medio alla detassazione delle tredicesime, fino a transizione 5.0. Un grido d'allarme lo lancia Confindustria, preoccupata perché da gennaio terminano tutti gli incentivi e "l'industria italiana è nuda". Alla manovra "manca la parola crescita", ha tuonato da Milano il presidente degli industriali Emanuele Orsini.

Al Mef intanto si lavora per chiudere il menù delle misure. Sapendo che la coperta è corta e che non tutti - associazioni, ma anche forze politiche - potranno essere accontentati. Prima va sciolto come già detto il nodo delle banche. Una volta identificate le coperture, si risolveranno anche gli ultimi dettagli sugli interventi.

"Il nostro Paese ha un problema di crescita. Lo abbiamo detto al tavolo. Abbiamo apprezzato alcune aperture di Giorgetti di fronte a nostre richieste, anche storiche, penso al ceto medio", ha detto la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola in una intervista a La7 apprezzando la disponibilità sulla defiscalizzazione della contrattazione di secondo livello, "quella più prossima ai luoghi di lavoro". Importanti sarebbero, ha detto, anche gli interventi su sanità, donne, giovani e Zes, zona economica speciale. "Crescita - ha aggiunto - significa incrementare la produttività e questa si fa con gli investimenti a aumentando i salari. La produttività deve essere redistribuita sui salari. Abbiamo un problema di bassi salari".

Rodolfo Ricci

( 14 ottobre 2025 )

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