Tecnicamente, anche con il parere negativo della Corte dei Conti il Governo può comunque decidere di andare avanti con il progetto. Infatti - viene spiegato - nel caso in cui il controllo riguardi un atto governativo, secondo la legge, l'amministrazione interessata, in caso di rifiuto di registrazione da parte della Corte dei Conti, può chiedere un'apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l'atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso. In questo caso la Corte, se ancora mantiene la propria contrarietà, è chiamata ad apporre un 'visto con riserva alla delibera'. La procedura prevede poi una segnalazione in Parlamento: “L'atto registrato con riserva acquista piena efficacia, ma può dare luogo ad una responsabilità politica del Governo - spiega il sito della Corte - poiché la Corte trasmette periodicamente al Parlamento l'elenco degli atti registrati con riserva”.
Tra i diversi punti sotto la lente dei magistrati le coperture economiche, l'affidabilità delle stime di traffico, la conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale.
Dopo il no, immediate le reazioni politiche. Giovedì mattina a Palazzo Chigi un incontro tra la presidente del Consiglio Meloni, i vicepresidenti Salvini e Tajani e i sottosegretari Mantovano e Fazzolari. I vertici dell’Esecutivo hanno deciso di ”attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera. Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti ”il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento. Rimane fermo l'obiettivo, pienamente condiviso dall'intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell'opera”. In precedenza Giorgia Meloni aveva parlato di ”ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”. Dichiarazioni stigmatizzate dalla leader del Pd Schlein per la quale ”con queste gravi affermazioni Meloni chiarisce il vero obiettivo della riforma costituzionale. Non è una riforma che serve a migliorare la giustizia, né serve agli italiani. Serve a questo governo per avere le mani libere e mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione”.
Non nasconde la sorpresa l'amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci: ”Tutto l'iter seguito è stato sempre svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte”".
Commenta il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi: ”La decisione della Corte dei Conti preoccupa ma non possiamo fare altro che attendere le motivazioni per capire se sono prettamente tecniche o se è stata una scelta politica. In questo caso sarebbe una mortificazione per il territorio e bloccherebbe tutta quella fase di progettazione di opere collegate fondamentali per la città. Aggiunge Alibrandi: ”Pur rimanendo cauti l'impatto che l'opera potrebbe avere è sottolineato dal numero di istanze presentate da tanti giovani sulla piattaforma di selezione di Webuild. È il chiaro segnale di come il Ponte rappresenti una opportunità di lavoro e sviluppo sociale ed economico. Per questo motivo vogliamo essere fiduciosi del fatto che, con gli opportuni accorgimenti, si possa proseguire comunque l'iter”.
Giampiero Guadagni
