Il design, che abbia due o tre dimensioni, è sempre design, segue sempre la stessa metodologia di progettazione”, dichiara in una sua intervista Giancarlo Iliprandi, uno dei massimi esponenti del Design italiano della seconda metà del Novecento, nonché Presidente dell’ADI Design dal 1998 al 2001. Dal 28 giugno al 28 settembre, a 100 anni dalla sua nascita, per ricordare il ruolo da lui avuto nel panorama artistico italiano, presso l’ADI Design di Milano, è stata allestita una mostra capace di sintetizzare la poliedricità del designer milanese, attraverso i numerosi lavori da lui eseguiti, evidenziando come, con un approccio sperimentale egli abbia saputo unire durante la sua carriera il design con la grafica, l’illu strazione, la fotografia, la scenografia, il product design, l’editoria e la didattica. Nato a Milano nel 1925 e cresciuto come “un signorino” in Viale Monza, dove il padre aveva una grande autorimessa, trascorre tutta la sua esistenza in ambienti alto-borghesi ma senza un vero senso di appartenenza.
Dopo gli anni della grande guerra abbandona gli studi di medicina per dedicarsi totalmente al disegno e si diploma in pittura nel 1949 e in scenografia nel 1953 presso l’Accademia di Brera, incerto sull’intraprendere una carriera di pittore (nel 1957 allestirà anche una personale presso la Galleria dell’Ariete di Beatrice Monti) o applicare le sue conoscenze artistiche alla realtà economica che in quegli anni sta decollando in una Milano post bellica sulle cui macerie vi è molto da ricostruire. Scegliendo questa seconda strada inizia la sua attività di graphic designer entrando a contatto con il mondo della grafica milanese, in quegli anni dominato da figure come Bruno Munari, i fratelli Castiglioni e Max Huber. Nel 1953 fonda il suo studio professionale e inizia a collaborare con importanti aziende come l’Agip, la Rai, e successivamente con la Pirelli, l’Olivetti, Arflex, Montecatini, Eni, Roche, Honeywell e Standa. Nel 1955 inizia la sua collaborazione con la Rinascente, definita dallo stesso “una palestra tecnica con infinite possibilità creative”, entrando a far parte dell’uffi cio pubblicità della storico magazzino, punto di riferimento per moltissimi altri designer, grafici, fotografi e pubblicitari italiani e stranieri. Con la Rinascente è inizialmente coinvolto nell’alle stimento di vetrine e reparti, sia in occasione di mostre, come per i ricorrenti eventi stagionali (fiera del bianco, natale , scuola, estate …).
La sua originale creatività riesce a mostrarla soprattutto al settore della moda maschile, dove Iliprandi utilizza sia il disegno come il racconto fotografico. Due registri che si ritrovano anche negli annunci pubblicitari per i giornali, nella sede della Rinascente di Milano, e in seguito anche nelle altre sue sedi.
Nel 1957 inizia la sua collaborazione per la Olivetti per la quale disegna il pieghevole pubblicitario “Lettera allo studente” con la quale la società di Ivrea si rivolge ai giovani italiani nel 1959 per promuovere e diffondere l’u tilizzo della macchina da scrivere portatile “Lettera 22” .
Dal 1967 al 1978 fa parte del gruppo di ricerca per la progettazione di caratteri tipografici della Fonderia Nebiolo, che porta alla definizione dei caratteri “Forma, Modulo e Dattilo”, ridisegnando i caratteri utilizzati per le macchine da scrivere, un’attività che poi sarà spazzata via prima dall’e lettronica e dal digitale.
A partire dagli anni Sessanta inizia a collaborare come art director per diverse riviste, tra cui “Sci Nautico”, “Rivista RAI”, “Popular Photography Italiana”, “Abitare”, “Esquire&Derby”, “Arbiter “, “Interni”, “Phototeca” . Sono sue anche le copertine di “Seri grafia”, dal 1964 al 1992 e quelle per I dischi del sole dal 1964 al 1968. .
Fotografo, per passione e per professione, fa parte anche del Centro per la cultura della fotografia di Luigi Crocenzi. Da tutte queste esperienze su fronti diversi, tutti caratterizzati dalla sua ricca creatività e dal sua continua ricerca di rinnovare il gusto adattandolo ai bisogni del pubblico, nasce anche il suo impegno in ambito editoriale con la progettazione e la pubblicazione di diversi libri fotografici tra cui Ex Oriente e Cinque rune, fotografie di Lanfranco Colombo , Milano, fotografie di Giulia Pirelli e Carlo Orsi , e I Travestiti, fotografie di Lisetta Carmi. A partire dagli anni Ottanta ritorna al disegno rivolgendosi anche alla calligrafia, ottenendo risultati che guardano alla piattezza e all’uniformità, a differenza dalla moda del tempo.
Sempre presente nel mondo dell’educazione ai giovani, si dimostra un insegnante appassionato prima presso l’ISIA di Urbino, dove collabora con Bob Noorda, poi presso l’Università Umanitaria e all’Istituto Europeo di Design e non ultimo presso il Politecnico di Milano, dove ottiene anche la laurea ad honorem.
La mostra dal titolo “Giancarlo Iliprandi. Design per comunicare”, promossa dall’ADI, dall’Archivio del Moderno dell’U niversità Svizzera italiana e dall’Associazione Giancarlo Iliprandi e curata da Monica Fumagalli Iliprandi e Giovanni Baule, con un allestimento progettato da Lissoni&Partners, indaga sull’universo progettuale del graphic designer attraverso materiale proveniente da archivi storici e collezioni private. Tra colori, linee definite, lettere e disegni preparatori, il visitatore è invitato ad entrare in un mondo in cui il design si mette completamente al servizio della comunicazione grazie alle capacità e abilità comunicative di Iliprandi. Come dichiara Luciano Galimberti, presidente dell’ADI, sottolineando anche il ruolo importante avuto dal grafico milanese all’interno dell’associazionismo professionale “Giancarlo Iliprandi ha incarnato un’idea di comunicazione visiva che va oltre il tratto grafico, fondendo cultura visiva e pensiero critico. Con questa mostra vogliamo rendere omaggio anche a un presidente ADI che ha contribuito alla crescita culturale dell’associazione e del design italiano. Il suo sguardo curioso e sperimentale continua a ispirare nuove generazioni di progettisti, ricordandoci che comunicare il design significa innanzitutto interpretare il mondo”. Divisa in diverse isole tematiche che ripercorrono l’in tera produzione artistica di Iliprandi, la mostra si apre con una serie di lavori che evidenziano la formazione pittorica del maestro nel suo rapporto con per la grafica, la pubblicità e la produzione di oggetti, per poi spostarsi l’at tenzione del visitatore sugli aspetti grafici e pubblicitari, grazie ai numerosi documenti e disegni di archivio lasciati dallo stesso. Non bisogna infatti dimenticare che Iliprandi annotava tutto su diari, ricchi di appunti e di disegni, oggi raccolti dalla fondazione Giancarlo Iliprandi, voluta e diretta dalla moglie. Una sezione della mostra molto interessante è dedicata all’editoria periodica e musicale così come un’altra è dedicata alla grande distribuzione con i suoi progetti per la Rinascente, la Standa, l’Oli vetti e le principali aziende per cui ha lavorato. Non manca infine uno spazio dedicato ai disegno a mano, con bozzetti per la moda, lo sport, il teatro, emblemi e alfabeti, frutto di una profonda cultura figurativa. Uno spazio è inoltre dedicato alla comunicazione pubblica e istituzionale, dove manifesti e campagne come Basta o Mitagogia esplorano linguaggi provocatori e composizioni libere.
La mostra sicuramente molto ricca di materiale, permetterà al visitatore di ripercorre insieme alla carriera artistica del grande designer anche la storia del design e del linguaggio visivo del secondo Novecento italiano.