Apparso per la prima volta nel 1941 un piccolo romanzo di W. Somerset Maugham celebra la bellezza della campagna fiorentina di una estate alla vigilia della seconda guerra mondiale tra le cupole e le colline di una città in cui si era radicata una colonia di colti e ricchi inglesi. Il Grand Tour aveva portato il Mondo in Italia per scoprirne le meraviglie e in particolare gli inglesi avevano una predilezione per la Toscana, per il Rinascimento, e per quei paesaggi in cui si respirava arte e poesia e animarono una comunità cosmopolita, sofisticata ed elegante. Anche lo scrittore trascorre lunghi periodi nel bel paese attratto dalla possibilità di frequentare intellettuali, salotti mondani, musei e trovare così nuova ispirazione. Il 1894 è l’anno della sua prima volta a Firenze, prende una stanza in via Laura a quattro lire al giorno e alla finestra la vista della cupola del Brunelleschi.
Up at the Villa è l’opera nella quale lo scrittore della “avventurosa normalità” recupera i ricordi di quei mesi felici nei quali maturò imparando la lezione dell’a more che salva cantato dai poeti e scrive una storia attraverso cui anche noi, leggendo, possiamo scoprire che è dove viviamo le nostre vite a determinare la consapevolezza, i sentimenti, le scelte. Per Maugham è una villa di Firenze a decidere il destino di una donna che riuscirà a capire giusto in tempo il valore del futuro che l’attende. “La villa era in cima a un colle. Dalla terrazza sul davanti si godeva una splendida veduta di Firenze.
Costruita nel Cinquecento da un nobile fiorentino la villa era stata venduta dai suoi impoveriti discendenti a certi inglesi , e costoro l’avevano data in prestito a Mary Panton” Una giovane vedova ha dunque una villa lussuosa in prestito per curare la sua malinconia e risanarsi dopo il lutto che l’ha colpita. Nelle prime settimane del suo soggiorno aveva dedicato molto tempo ai monumenti, aveva trascorso mattinate piacevoli agli Uffizi e al Bargello, visitato le chiese e vagabondato a caso per le vecchie vie. Una inaspettata proposta di matrimonio giunge a garantirle una posizione nel bel mondo: Edgar Swift, uomo di rare capacità, l’amava da sempre, da quando aveva i capelli con eterna fedeltà aspettando solo l’occasione per farla sua moglie, tutti lo credevano di ferro ma davanti a Mary il suo cuore si faceva di creta. Lei ora ha trent’anni e lui cinquantaquattro, la differenza d’età era meno importante di prima. Era per lei l’ora del sapersi decidere. Un viaggio a Cannes per Edgar che aspirava al governatorato del Bengala avrebbe dato a Mary il tempo per predisporsi alle nozze. Ma l’incontro con il misterioso Karl, fuggito dall’Austria dopo l’An schluss, e rifugiatosi a Firenze suonando il violino nei ristoranti, fa vacillare le sue certezze. E poi un colpo di scena, l’uomo, rifiutato, si vendica sparandosi. In soccorso di Mary arriva il playboy americano Rowley Flint, un amico della cerchia che frequenta quell’estate e la corteggia. È terribile! Cosa fare di quel che è successo? Rowley vuole assumersi la responsabilità di quello che diventerebbe uno scandalo e sporcherebbe il contegno di una donna che sta per sposare un uomo importante, di perfetta integrità morale. Maugham nel piccolo libretto conduce una fine indagine psicologica su questo cuore di donna. Alla fine Mary sceglie la verità. Affronta la polizia ed Edgar raccontandogli la sua disavventura. Edgar accetta di sposarla comunque ma deve rinunciare al suo incarico diplomatico, è la sua serietà a imporglielo. A quel punto Mary comprende che non può vivere con un uomo che non ama una vita ordinaria, tranquilla.
Era normale sposarsi per convenienza ma erano necessarie vite brillanti, impegni capaci di distrarre dai doveri del proprio ruolo e dello stare insieme. Nella cornice di una casa antica, con i suoi imponenti mobili rinascimentali con gli affreschi giovanili di Ghirlandaio Mary era cresciuta. La bellezza che aveva visto e di cui si era circondata a Firenze aveva donato al suo carattere la serietà e il desiderio di sottrarsi a ogni ipocrisia: “forse era quell’aria toscana, leggera, con qualcosa che agiva su di te in modo che anche la sensazione fisica aveva un che di spirituale”. Mary ed Edgar si dicono addio. Qual è l’uomo giusto? Quante volte una donna se lo chiede? Mary scopre che non voleva più essere la bambina a cui Edgar regalava i cioccolatini, voleva la passione e qualcuno in grado di accenderla. Con Rowley, quel “tizio senza pretese, con un pò di soldi, a cui piace passarsela bene” e che vuole mettere la testa a partito, Mary può essere se stessa e scrivere con lui un destino d’amore. I loto occhi si incontrarono e decisero di sposarsi, anche se ogni matrimonio comporta un rischio, 'La vita è fatta per questo, rischiare!”. Somerset Maugham muore nel 1975, di sé amava dire di essere “uno dei primi nella fila dei secondi”, eppure la sua scrittura sapeva creare la tensione delle anime di cui raccontava l’av ventura e il suo impegno speso per le cause del suo tempo come questo romanzo dimostra affermando che l’arte e la bellezza esercitano una forza su di noi più grande di quella che la Storia esprime con la guerra e la brutale violenza sugli uomini. Nel 2000 il regista Philip Haas fa del nostro libro la sceneggiatura di un film con Kristin Scott Thomas, Sean Penn, James Fox e le musiche di Pino Donaggio. La pellicola è girata in Italia: possiamo riconoscere la Villa Sfacciata al Galluzzo e Villa Cetinale di Sovicille: la Toscana e il Rinascimento agli occhi del mondo.