Kestutis Kasparavicius, uno dei più grandi esponenti dell'illustrazione baltica, è riuscito a raccontare attraverso le sue immagini la bellezza e la profondità della cultura lituana. Nato il 2 giugno 1954 nel villaggio di Vladislava, nel distretto di Trakai, Kasparavicius ha trascorso la sua infanzia in una scuola elementare situata all'interno di un vecchio maniero, un luogo che ha avuto un'influenza significativa sulla sua sensibilità artistica. Il castello, una volta appartenuto al duca Wladys law Odyniec, era stato abbandonato dopo la fuga della sua famiglia in Polonia nel 1940, rimanendo un edificio misterioso fino al 1953, quando vi fu fondata la scuola. 'Vivevo letteralmente a scuola', ricorda Kasparavicius, che descrive quella parte della sua infanzia come un paradiso naturale, immerso nella quiete di un paesaggio lacustre che resta il suo luogo del cuore.
Nel 1962, quando aveva solo otto anni, Kasparavicius si trasferì a Vilnius, grazie all’incontro tra i suoi genitori e alcuni artisti della capitale. Questi lo incoraggiarono a seguire una carriera artistica, proponendo a suo padre di dedicarsi alla scultura del legno e parlando della scuola d'arte M.K. Ciurlionis di Vilnius. Da quel momento, Kasparavicius non ha mai lasciato la capitale lituana, dove ha coltivato un profondo amore per il centro storico e l'atmosfera accogliente della città.
Nonostante la sua indiscutibile appartenenza alla cultura lituana, Kasparavicius non ritiene che la sua identità nazionale si rifletta in modo diretto nei suoi lavori.
Le sue illustrazioni, infatti, si svolgono spesso in ambienti lontani nel tempo e nello spazio. Tuttavia, è indubbio che elementi della sua infanzia e della cultura lituana affiorano nel suo lavoro, anche quando non esplicitamente ricercati. 'Molti lettori riescono a riconoscere la mia provenienza lituana, anche se cerco di non farla emergere in modo consapevole', spiega l'artista.
Ogni sua illustrazione nasce da un processo mentale complesso. Le storie si manifestano inizialmente come immagini, come fotogrammi di un film. 'Le scrivo rapidamente per non perderle, poi inizio a disegnare e a fare schizzi', racconta. Dopo aver completato i bozzetti, l’arti sta perfeziona il testo, pianificando con precisione ogni parte della doppia pagina per capire dove dovrà essere collocata ogni illustrazione.
'La parte più lunga e gratificante è quella finale, quando mi dedico alla creazione delle illustrazioni originali, un momento che considero il culmine del mio lavoro.'
Il processo creativo di Kasparavicius non ha orari fissi, ma segue un flusso personale. La sua giornata inizia con una routine semplice: un tè, che per lui è più di una bevanda, ma un rito che segna l’i nizio del lavoro. Se la scrittura non gli viene facile, l'artista si rifugia nel disegno, e se nemmeno questo sembra funzionare, si immerge nelle strade di Vilnius alla ricerca di ispirazione. Dettagli come una finestra rotta, un muro cadente o il movimento di una foglia che scende sono per lui fonti di rinnovata energia creativa.
Per quanto riguarda la tecnica, Kasparavicius è un sostenitore della tradizione, pur utilizzando strumenti digitali nelle fasi iniziali del lavoro. 'Quando ho iniziato, usavo una tecnica che somigliava alle incisioni, sovrapponendo lavature di acquerello e tracciandole poi con inchiostro nero. Successivamente, ho cominciato a lavorare principalmente con l'acquerello, una tecnica che trovo ricca di possibilità. Il computer è utile nelle fasi preliminari, ma alla fine tutto dipende dalla creatività, che nasce nella mente, non nelle tecnologie', afferma.
Nonostante la sua formazione in design industriale e musica, Kasparavicius si considera un illustratore autodidatta. Non ha mai studiato illustrazione per libri, ma ha imparato osservando artisti che ammirava, come il tedesco Klaus Ensikat, che lo ha ispirato nei suoi primi anni da illustratore.
'Quando ho iniziato, ho studiato i suoi libri con attenzione, cercando di capire come realizzava i tratti, come usava le ombreggiature e come lavava i suoi disegni con l'acquerello. È stato un percorso difficile, ma gratificante.'
L'artista ha anche vissuto in prima persona il fermento dell'illustrazione a livello internazionale, prendendo parte a mostre di prestigio come la Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, dove le sue illustrazioni sono state selezionate ben tredici volte. La sua continua osservazione del panorama artistico mondiale lo ha reso una figura di riferimento per molti, non solo in Lituania ma anche all'estero.
Sebbene la sua arte sia riconosciuta e premiata in tutto il mondo, Kasparavicius non cerca di trasmettere un messaggio morale nei suoi libri. 'Non sono un autore che scrive per insegnare qualcosa. Se il lettore trova un messaggio nelle mie storie, è merito suo, non mio', spiega. Per lui, la lettura è un atto creativo che completa la sua opera, un processo di interpretazione personale che arricchisce il significato di ogni libro.
Guardando al futuro, Kasparavicius si dedica al suo lavoro e alla cura di suo figlio, ma ha anche in programma la pubblicazione di un album da artista e una grande mostra delle sue illustrazioni. Inoltre, ha recentemente iniziato a esplorare il mondo dell’anima zione, creando brevi video in stop-motion, che sono stati accolti con entusiasmo e sono diventati parte della sua mostra.
'Ho sempre amato l’animazione, ma non avevo mai avuto il tempo per dedicarmici. Ora, finalmente, sto iniziando a esplorare questa nuova dimensione creativa.'
Kestutis Kasparavicius, attraverso la sua arte, ci invita a osservare il mondo con occhi nuovi, senza mai smettere di cercare la bellezza nei dettagli quotidiani. Un artista che, attraverso il suo lavoro, ci ricorda che la vera creatività nasce dalla mente e dall'anima.