Giovedì 7 agosto 2025, ore 14:53

Libri

Storia di un retroscena mai raccontato prima

di ENZO VERRENGIA

Inaugurò la vena i delitti di agosto, che dalla cronaca nera dilagano nel “costume”. Il delitto di via Poma, naturalmente, giunto al trentacinquesimo anniversario. L’assassinio insoluto di Simonetta Cesaroni, oggi verrebbe definito femminicidio, però contiene misteri ben più sfaccettati delle storie di possessività spinta all’estremo divenute di tragica attualità. Ne dà conto un corposo volume appena pubblicato, L’intrigo di via Poma, di Giacomo Galanti e Gian Paolo Pellizzaro, che non è affatto d’occasione. Si tratta di un’inedita e ragionata riproposta di fatti, protagonisti, comprimari e circostanze all’epoca e in seguito disperse nel circo mediatico.

L’ultimo decennio del Novecento italiano si apre con le 29 coltellate a Simonetta Cesaroni. La ventunenne lavora in un edificio di via Carlo Poma 2, nel quartiere Prati di Roma, presso l’Associazione italiana alberghi della gioventù. È il pomeriggio di martedì, 7 agosto 1990. La giovane è seminuda. Nel linguaggio odierno lo si definirebbe overkilling, accanimento omicida.

Il prologo de L’intrigo di via Poma è un dialogo scritto fra i due autori, che si riconoscono a vicenda i meriti di una ricerca esemplare di quel giornalismo investigativo ormai quasi estinto dopo le controinchieste degli anni di piombo. Illuminate persino da qualche stralcio.

Galanti: «Ho circoscritto a poche persone l’area dei sospettati. I miei principali indiziati sono un uomo e una donna, dipendenti dell’Aiag, visto che l’assassino ha richiuso l’appartamento dall’interno con le proprie chiavi, persone che come tutti i martedì pomeriggio si recavano in ufficio per un recupero di ore settimanali…» Pellizzaro: «Molto spesso si finisce per tirare in ballo i soliti servizi segreti (una specie di discarica nella quale conferire tutte le frustrazioni di casi irrisolti e indagini fallimentari) tanto per «buttarla in caciara», come si dice a Roma. Ma la vicenda del delitto di via Poma aveva, in filigrana, tracce concrete, ben visibili e documentabili della presenza di alcuni personaggi e alcuni collegamenti con determinati apparati».

L’intrigo di via Poma è un “voltapagine”, dove scorrono i nomi che segnarono l’affaire. Il primo arrestato, Pietrino Vanacore, in seguito suicida, Federico Valle, ex fidanzato della Cesaroni, Raniero Busco, anche lui precedentemente legato alla vittima. Insieme a loro, magistrati avvicendatisi nell’iter giudiziario della vicenda, testimoni e funzionari coinvolti nei fondi neri del SISDE. Fino alla sorpresa più importante, L’intrigo, un libro scritto da Gian Paolo Pellizzaro, previsto per uscire da Mondadori, poi soppresso perché acquisito agli atti del procedimento in corso, il 31 dicembre 1996.

Dietro l’immagine iconica di quella ragazza in costume da bagno si cela un altro pezzo reprimendo della storia italica.

( 7 agosto 2025 )

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Storia di un retroscena mai raccontato prima

Il libro di Giacomo Galanti e Gian Paolo Pellizzaro è un’inedita e ragionata riproposta di fatti, protagonisti, comprimari e circostanze all’epoca e in seguito disperse nel circo mediatico

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