Fondata nel 1607 e poi aperta al pubblico l’8 dicembre 1609 per volere del cardinale Federico Borromeo, la Biblioteca Ambrosiana di Milano è uno scrigno prezioso che custodisce un patrimonio di inestimabile valore culturale, storico e anche artistico. Oggi conta circa un milione di volumi a stampa, soprattutto di fondo antico (incunaboli e cinquecentine), e trentacinquemila manoscritti. Per non parlare del Codice Atlantico, la più ampia raccolta di scritti e disegni di Leonardo da Vinci che viene esposta, a rotazione, proprio nella Sala Federiciana, la sala di lettura originale. Tra i letterati che in questi 400 anni hanno consultato i suoi libri e le sue carte ci sono Stendhal, Byron, Flaubert, Foscolo, Wilde, D’Annun zio e Alessandro Manzoni.
Quest’ultimo nel capitolo XXII dei “Promessi Sposi” richiama il senso del progetto avviato dal Borromeo, all’epoca arcivescovo di Milano, quello cioè di donare alla città una biblioteca pubblica, una delle prime al mondo, al servizio di tutti, accessibile a chiunque sapesse leggere e non solo a studiosi, ecclesiastici o persone appartenenti a famiglie aristocratiche. Citando le parole del fondatore “ad gloriam divini nominis et ad publicam utilitatem” (a gloria di Dio e per l’utilità comune). Scrive Manzoni: “Cosa singolare, che in questa libreria, eretta da un privato, quasi tutta a sue spese, i libri fossero esposti alla vista del pubblico, dati a chiunque li chiedesse, e datogli anche da sedere, e carta, penne e calamaio, per prender gli appunti che gli potessero bisognare”.
I testi più antichi e più preziosi, per ovvie ragioni di protezione e conservazione (data la loro fragilità), sono oggi difficilmente consultabili e vengono esposti al pubblico solo in occasioni particolari. Diverse centinaia di manoscritti, fra quelli più importanti dal punto di vista storico e dei contenuti, sono visibili online nella “Biblio teca Digitale”, a cui si accede facilmente dal sito www.ambrosiana. it. Entrando nella sezione dedicata, si possono selezionare, sfogliare e ingrandire i documenti presenti. Ma per rendere ancora più fruibile questo “ben di Dio” (è proprio il caso di dirlo) la Biblioteca ha realizzato una Guida, da poco uscita per le edizioni Skira: circa 300 pagine, ricche di immagini (©Veneranda Biblioteca Ambrosiana/ Mondadori Portfolio) e accurate didascalie e spiegazioni.
“Autore di questa Guida – si legge nell’introduzione curata dal Prefetto della Biblioteca- Pinacoteca Ambrosiana, Marco Navoni – è il Collegio dei Dottori della Biblioteca: infatti fin dalla fondazione il cardinal Federico volle che la biblioteca fosse gestita dal punto di vista culturale da un collegio di ecclesiastici che si dedicassero esclusivamente allo studio, usando l’imponente strumentazione libraria presente in Biblioteca e coltivando alcune discipline particolari, quali ad esempio: la Sacra Scrittura e la liturgia; gli autori della classicità greca e latina e quelli del Medioevo; la storia, la filosofia e le scienze; le lingue e le culture del Medio e dell’Estremo Oriente”.
Ogni capitolo della Guida è curato da uno dei Dottori, secondo le sue competenze, e sfogliarla significa compiere un viaggio nel tempo e nella meraviglia. Ci sono pergamene del VII-VIII secolo, un papiro del VI secolo, messali, evangelari, libri d’ore, riproduzioni di opere di Dante, Boccaccio, Tito Livio, Petrarca, Omero (l’Iliade appartenuta allo stesso Petrarca), Aristotele, Seneca, Marziale, manoscritti autografi (di San Tommaso d’Aquino, Leonardo, Ariosto, Galileo, Michelangelo, Lucrezia Borgia, Napoleone…), fogli in arabo ed ebraico, mappe e portolani. Il nucleo originario del patrimonio è costituito dalla collezione personale del Borromeo, ed è stato via via ampliato proprio su sua indicazione. E’ ancora Manzoni che scrive: “L’arcivescovo raccoglie molti libri personalmente e spedisce otto uomini tra i più colti del suo tempo a reperirne altri nei principali paesi d’Europa, dall’Italia alla Francia, dalla Spagna alla Germania, sino alle Fiandre, alla Grecia, al Libano, a Gerusalemme. Alla fine vengono raccolti circa trentamila volumi stampati e quattordicimila manoscritti”.
La Guida è stata presentata durante un evento a cui ha partecipato l’attuale arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Che ha usato parole poetiche ed evocative che rimandano anche all’oggi: “Immagino che quando è notte, quando tutti sono andati via, si sentano le voci dei libri, dei codici, dei manoscritti, degli antichi incunaboli. Il fatto che siano qui insieme, tutti questi libri, tradizioni, culture, fa sì, io credo, che di notte cantino, si raccontino le storie dei mondi, e mi immagino che tutta questa meravigliosa cultura sia per dire che i popoli e gli uomini possono intendersi, cantarsi canzoni, come avviene di notte in questa biblioteca. Il mio augurio è che tutti coloro che percorrono queste strade possano far succedere la pace anche di giorno”.
Per l’occasione sono stati esposti due fra i “cimeli” più preziosi conservati all’Ambrosiana: un frammento in greco dell’Ilias Picta, l’Iliade dipinta, risalente al V-VI secolo; e il Messale dell’arciprete Roberto Visconti, che guidò la Chiesa milanese dal 1354 al 1361. La Biblioteca si trova nel complesso che ospita anche la Pinacoteca, altra straordinaria istituzione fondata dal Borromeo (nel 1618), che fra le sue collezioni vanta capolavori come il Cartone della Scuola di Atene di Raffaello, l’Adorazione dei Magi di Tiziano, il Ritratto di Musico di Leonardo, la Canestra di Frutta di Caravaggio, la Madonna del Padiglione di Botticelli, la Sacra Famiglia di Bernardino Luini, l’Allegoria del fuoco di Jan Brueghel il Vecchio.