Da parte sua il presidente di Confindustria Orsini sostiene che ”tagliare l'Irpef non basta. Non è intervenendo sull'aliquota sul ceto medio che si garantisce la crescita. Quello che serve è spingere la produttività, un piano industriale straordinario con risorse complessive per 8 miliardi di euro”.
Oggi usciranno i dati sulle entrate fiscali che potranno dare un primo orientamento sulle risorse complessive per la manovra, ma i conti si faranno ancora più in là. In queste settimane il ministro dell'Economia Giorgetti vedrà e incontrerà i colleghi di governo e le delegazioni dei vari gruppi. Quello della Lega ha già indicato le proprie priorità: la difesa del reddito delle famiglie, una pace fiscale definitiva con la rottamazione delle cartelle esattoriali, l'estensione della Flat Tax al 15%, un maggiore contributo (da destinare a famiglie e imprese) da parte di realtà finanziarie che stanno facendo decine di miliardi di euro di profitti. Idea che ha già incontrato l'opposizione di Forza Italia, che punta ad abbassare dal 35% al 33% il carico fiscale sui redditi medi, quelli tra 28.000 e 60.000 euro. Poi ci sono sanità e imprese, con Ires premiale per chi investe in azienda; oltre a un intervento sulle pensioni minime.
E a proposito di pensioni interviene il segretario generale della Fnp Cisl Pezzani: ”In queste settimane abbiamo assistito a dichiarazioni da parte di esponenti del Governo su possibili interventi di riforma della previdenza. Lo diciamo con fermezza: non è accettabile che si possa mettere mano a riforme così importanti senza di noi, senza chi rappresenta i lavoratori e i pensionati perché esse riguardano milioni di persone e incidono sulla sostenibilità sociale ed economica del Paese”. Per questo ”auspichiamo che il Governo apra un tavolo di confronto per ascoltare le nostre richieste che prevedono la piena indicizzazione delle pensioni; il rafforzamento della 14esima per i redditi bassi, ampliando la platea e valorizzando gli anni di contributi; la netta e strutturale distinzione tra previdenza e assistenza; una pensione di garanzia per i giovani; il ripristino di Opzione Donna nella sua versione originaria; il riconoscimento del lavoro di cura e misure reali di contrasto al gap retributivo; una previdenza complementare per tutti i lavoratori”. Quanto alla sanità, sottolinea Pezzani, ”non è una spesa o un privilegio di pochi ma un diritto universale: è la colonna vertebrale di ogni comunità. Non basta chiedere più fondi: è necessario utilizzare in modo più efficiente quelli attuali. Sulla non autosufficienza, poi, è urgente una politica strutturale e nazionale che sostenga davvero gli anziani e le famiglie, lasciate spesso da sole e su cui ricade un peso immane, in particolare su donne e caregiver, costretti a sacrificare il lavoro e la vita personale, o su assistenti familiari che vivono condizioni di lavoro precarie. Serve un sistema integrato che sappia connettere sanità e sociale e renda l’assistenza domiciliare un diritto vero e non un intervento occasionale”. Infine la riforma del fisco. ”Come dice la segretaria generale Cisl Fumarola, serve un confronto col Governo per andare incontro ai bisogni del ceto medio, composto da famiglie e pensionati che hanno sofferto e stanno soffrendo molto a causa di un’alta pressione fiscale”. La Cisl chiede che l’Irpef passi dal 35% al 32% per i redditi fino a 60.000 euro.
Giampiero Guadagni