Dati in chiaroscuro dall’economia: l’export è in calo, la metalmeccanica registra una lievissima crescita, in un quadro di lunga crisi, ma migliora la fiducia di imprese e consumatori.
Per quanto riguarda le esportazioni, ad aprile 2025 l’Istat registra un grande calo sul fronte dei Paesi extra UE27, -7,5%, e un aumento per le importazioni (+1,6%). Su base annua l'export diminuisce del 2,1% (era +8,2% a marzo).
Guardando ai singoli Paesi, l’Istat rileva un calo delle esportazioni su base annua verso il Regno Unito e la Turchia. In diminuzione anche le vendite verso Cina (-8,6%), Giappone (-4,0%) e Stati Uniti (-1,9%). Volano invece, in questo periodi di dazi minacciati e non ancora effettivi, le importazioni da Stati Uniti (+60,8%) e Cina (+40,1%). Per contro, si riducono gli acquisti dagli altri principali Paesi partner extra Ue27: le flessioni tendenziali più ampie riguardano India (-27,6%) e paesi Opec (-22,5%).
Dati positivi, come detto, si registrano sul fronte del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese: sono entrambi in aumento, da 92,7 a 96,5 e da 91,6 a 93,1 rispettivamente. Tra i consumatori, si evidenzia un complessivo miglioramento di tutte le opinioni, soprattutto quelle sulla situazione economica generale. Con riferimento alle imprese, segnali positivi provengono da tutti i settori ad eccezione delle costruzioni.
Per quanto riguarda la manifattura, Federmeccanica registra un lieve miglioramento della produzione metalmeccanica, che nel primo trimestre 2025, passa dal segno meno al segno più, dopo “un peggioramento continuo durato ventitré mesi”. “Ma - avverte il direttore generale Stefano Franchi presentando la 174esima indagine sull'industria metalmeccanica e meccatronica - si tratta di uno zero virgola. Solo qualche flebile luce tra molte ombre ed in una fitta nebbia”. È più indicativo, secondo Franchi, “il pesantissimo segno meno nel confronto con il primo trimestre 2024”. E va considerato che con l'aumento dei costi “praticamente si produce un po’ di più e allo stesso tempo si genera un pò meno ricchezza”.
Nei primi tre mesi del 2025 - emerge dall'indagine - la produzione metalmeccanica/meccatronica ha segnato un +0,7% rispetto al trimestre precedente, ma su base annua si registra un calo del 5,8% “che riconosce la persistente debolezza del settore che conferma lo stato di maggiore criticità rispetto all'industria nel suo complesso (-3,4% annuo)”.
Pesano anche, avverte Federmeccanica, “le carenze del Piano Industria 5.0”. “Un buon intento - commenta il vicepresidente Diego Andreis - che non si è tradotto in un positivo impatto, rimanendo in larghissima parte inutilizzato ed inutilizzabile. Serve quindi un cambiamento di rotta per essere più competitivi in una fase nuova, nella quale potremmo essere costretti a rivedere i contorni di catene del valore globali estremamente instabili”.
Ilaria Storti