Jane Austen (Steventon, 16 dicembre 1775 – Winchester, 18 luglio 1817) è stata una scrittrice britannica, figura di spicco della narrativa neoclassica del periodo della reggenza inglese, nonché della transizione tra il romanticismo e il realismo. È una delle autrici più celebri e conosciute del panorama letterario del Regno Unito e mondiale”. Dice bene Wikipedia, quello di Jane Austen è un fenomeno letterario senza tempo. Ancora oggi, a 250 anni dalla nascita, i suoi libri sono vendutissimi. Ancora oggi la sua figura è celebrata in rievocazioni storiche, che vedono uomini e donne di ogni età vestirsi (senza alcun imbarazzo, ma anzi divertendosi molto) con abiti d’epoca, fino a ricreare una vera e propria Austenland. La manifestazione più importante è il Jane Austen Festival che si tiene ogni settembre a Bath, in Inghilterra, e attira partecipanti da tutto il mondo.
E allora ci si chiede: come si spiegano il successo di pubblico e l’influenza sulla letteratura di una donna che durante la sua breve esistenza ha scritto sei romanzi, al chiuso di un salotto di un piccolo rettorato inglese di fine Settecento? E’ la domanda che si pone anche Liliana Rampello, critica letteraria, saggista, profonda conoscitrice di questa scrittrice (tanto da avere curato i due Meridiani che Mondadori le ha dedicato), da poco in libreria con “Un anno con Jane Austen” (Neri Pozza). Secondo Rampello la sua opera “ci parla ancora e ancora, perché alcuni aspetti delle relazioni umane restano gli stessi, sono eterni – amore, gelosia, dolore, gioia, riso, pianto, paura, l’intera tastiera dei vizi e delle virtù – e su tutti quell’insopportabile desiderio di felicità individuale che governa ogni vita umana. Un tema filosofico, ineludibile dal Settecento ad oggi, che lei ‘narra’, svolge con naturale leggerezza, perché lo fa concretamente vivere nel corpo dei suoi personaggi, un tema che chi legge può ‘sentire’ nelle proprie emozioni ancor prima di capire con la propria ragione”.
Austen, romanzi a parte, non ha lasciato scritti, non ci sono diari, restano solo circa 160 lettere, sopravvissute alla decisione dell’amata sorella Cassandra di bruciare tutto (da segnalare, al riguardo, anche 'Miss Austen' di Gill Hornby, basato sulla corrispondenza privata tra le due sorelle e pubblicato da Beat).
Rampello nel volume propone degli estratti (una pagina per ogni giorno) da “Northanger Abbey”, “Ragione e sentimento”, “Orgoglio e pregiudizio”, “Mansfield Park”, “Emma” e “Persuasione”) che accompagna i lettori per tutto l’anno. “In fondo questo libro è un grande gioco – scrive -, lo è stato per me, e spero lo sia per chi lo leggerà. Si può aprirlo in qualunque giorno (magari significativo solo per noi), si può cercare di indovinare, da soli o in compagnia, chi, quando, dove…, si può pensare che è tutto sbagliato e si doveva mettere questo o quello… Con la leggerezza e il divertimento che lei avrebbe di sicuro apprezzato”. Se poi (a chi non l’ha ancora fatto) viene voglia di leggere i romanzi integralmente… meglio ancora.