La conoscenza è una cosa bellissima. E tuttavia c’è qualcosa che forse, paradossalmente per taluni, ancor più emoziona: la consapevolezza, in fondo, di sapere poco o nulla. Si tratta di una presa d’atto che rende l’uomo un vero essere pensante e riflessivo: solo riconoscendo i propri limiti, d’altronde, l’essere umano è stato spinto a espandere la propria conoscenza. Chi ritiene, invece, di sapere tutto, finisce veramente col sapere poco, pochissimo e magari nulla. La storia del sapere umano è allora anche storia del suo contrario, ovvero dell’ignoranza. Progredire, infatti, significa fare i conti con le proprie lacune per cercare, almeno parzialmente, almeno momentaneamente, di superarle. Sì, perché la conoscenza è come una moneta: maggiore è l’orizzonte di ciò che si sa, maggiore sarà l’espansione dell’orizzonte che ancora non si sa. Di questo parla in un recente volume tradotto dal Touring Club Italiano Alain Corbin: Terra incognita. Una breve storia dell’ignoranza