Giovedì 18 settembre 2025, ore 2:54

Global

Gran Bretagna, nuovo allarme sui conti pubblici

Sir Keir si gioca in tutto in 90 giorni. La manovra autunnale, annunciata per il 26 novembre deciderà il futuro del governo laburista. Sul quale pesa l’allarme sulla tenuta dei conti pubblici. I costi di indebitamento a lungo termine della Gran Bretagna registrano, infatti, il livello più alto degli ultimi 27 anni. Il tasso di interesse sul debito pubblico britannico a 30 anni ha toccato martedì il 5,71 per cento, il livello più alto dal 1998 (5,64). Per Londra, dunque, sarà sempre più costoso indebitarsi sui mercati, e questa è una pessima notizia per chi dovrà presentare il budget tra poche settimane. Chi oggi vorrebbe stare nei panni di Rachel Reeves, cancelliere, tutt’altro che stabile, di uno scacchiere che fa fatica a trovare la strategia giusta? Reeves, infatti, dovrà mediare tra le promesse fatte in campagna elettorale di non aumentare le tasse sui lavoratori, nemmeno con l'imposta sul reddito, l'assicurazione nazionale e l’Iva, e il pericolo, o forse la certezza, che l'aumento dei costi di finanziamento, le prospettive di crescita stagnante, l'aumento dell’inflazione possano portare il deficit delle finanze pubbliche a 40 miliardi di sterline. La pressione, oltre che del mondo delle imprese e della grande finanza, che ovviamente non vogliono sentir parlare di nuove tasse per il business, sarà soprattutto interna, con la conferenza nazionale dei laburisti a Liverpool (28 settembre-1 ottobre) che potrebbe certificare la realtà di un partito dilaniato dalle divisioni interne, create dalle delusioni maturate in questi mesi in cui il labour non ha rispettato le promesse elettorali, creando forti malumori nella sinistra del partito. In questo senso, il primo ministro Starmer è chiamato al compito, tutt’altro che semplice, di riportare, almeno a parole, armonia, laddove regna la discordia. I numeri, però, parlano chiaro e sembrano chiamare Downing Street a una svolta sui conti che sa molto di austerità. L'aumento dei costi di indebitamento è certamente un duro colpo per il governo, poiché erode il limitato margine di manovra fiscale a disposizione del Tesoro. E potrebbe, dunque, costringere Reeves a considerare aumenti delle tasse o tagli alla spesa per garantire il rispetto dell’obiettivo di riduzione del debito tra 5 anni. Dalla City prendono atto che l'andamento del mercato obbligazionario sta aumentando la pressione sulle finanze pubbliche. L'aumento delle preoccupazioni sull'inflazione globale e la riduzione degli acquirenti cosiddetti “insensibili ai prezzi”, come i fondi pensione, hanno contribuito a far salire i rendimenti dei titoli di Stato, accrescendo i punti interrogativi sulla credibilità fiscale del Regno Unito. A questo livello, si fa notare, qualsiasi passo falso, come una gestione maldestra di regole fiscali precedentemente ferree, potrebbe essere severamente punito dai mercati, rischiando di avviare un circolo vizioso con costi di indebitamento sempre più elevati, maggiore sofferenza economica e minori entrate fiscali. Per la City, è fondamentale che Reeves mantenga i mercati obbligazionari dalla sua parte, altrimenti il calo della fiducia degli investitori potrebbe essere estremamente dannoso. 
Pierpaolo Arzilla
 

( 3 settembre 2025 )

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