I record sono fatti per essere battuti. E a Bruxelles non se lo sono fatti ripetere due volte. Nel 2024 la spesa dei 27 Stati membri ha raggiunto la cifra “senza precedenti” di 343 miliardi di euro: un aumento del 19 per cento rispetto al 2023. Si tratta, in totale, di quasi il 2 per cento del Pil UE, come evidenziato dal rapporto annuale dell’Agenzia europea di difesa (EDA). L’aumento, trainato in gran parte da livelli record di approvvigionamento di equipaggiamenti, spiega l’EDA, “riflette la determinazione degli Stati membri a rafforzare le capacità militari europee in risposta all'evoluzione del contesto di sicurezza”. Gli investimenti, per la prima volta, hanno superato una soglia simbolica, che è quella dei 100 miliardi (il 31 per cento della spesa totale). Nonostante l’aumento record, destinato a essere battuto nel 2025, la spesa miliare resta tuttavia ben al di sotto di quella degli USA. L’imperativo, quindi, è alzare il livello ogni anno, “Non ci fermeremo” assicura Kaja Kallas, che oltre a essere ministro degli esteri UE è anche direttore generale dell’EDA. “L'Unione Europea sta utilizzando ogni leva finanziaria e politica a sua disposizione - assicura - per sostenere i nostri Stati membri e le aziende europee in questo sforzo. Oggi la difesa non è un optional, ma fondamentale per la protezione dei nostri cittadini: questa deve essere l'era della difesa europea”. Non è opzionale invece la possibilità che l’UE possa giocare con i soldatini, almeno secondo il ministro della difesa tedesco, le cui dichiarazioni stanno creando qualche problema a Ursula von der Leyen. Palazzo Berlaymont, dice Boris Pistorius, non ha “alcuna competenza” per dislocare truppe in Ucraina, aggiungendo che è "totalmente sbagliato" parlarne pubblicamente in questo momento. Il riferimento è alle dichiarazioni del presidente della Commissione, a cui Pistorius ha ricordato che non è lei il comandante in capo delle forze armate europee. Von der Leyen ha promosso un piano in 3 punti per l'Ucraina dopo la fine dell'invasione russa: rafforzare l'esercito di Kiev, presenza di un esercito di "rassicurazione" multinazionale e adesione all’UE. Parlando al Financial Times, Pistorius ha corretto la sua connazionale ricordandole che l’invio di soldati europei spetta ai governi nazionali o, più precisamente, come lei stessa ha menzionato, alla coalizione dei “volenterosi”, che tra l’altro si rivedrà giovedì a Parigi con Zelensky. La polemica tra Berlino e Bruxelles, si fa notare da più parti, sembra divertire molto Vladimir Putin, che accusa l’Occidente di aver provocato il conflitto in Ucraina e rinnova la collaborazione con la Cina. Secondo quanto riporta Bloomberg, citando proprio quanto riferito dal presidente del gruppo, Alexey Miller, all’agenzia russa Interfax, Gazprom ha firmato un accordo “giuridicamente vincolante” per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2, verso la Cina, e del gasdotto di transito Soyuz Vostok attraverso la Mongolia. Attualmente, la Russia fornisce gas alla Cina con il gasdotto, Power of Siberia, per una capacità di trasporto prevista di 38 miliardi di metri cubi all'anno. Dal 2027, la rotta dell'Estremo Oriente dovrebbe aumentare i flussi annuali russi verso la Cina di altri 10 miliardi di metri cubi.
Pierpaolo Arzilla