E' andata avanti per tutto il pomeriggio di ieri e gran parte della notte al ministero dell’Industria e del Made in Italy a Roma la trattativa su Beko, ma alla fine - quasi all’alba, dopo 12 ore di confronto serrato - è arrivata una bozza d’intesa che contiene sostanziali passi avanti: per Siena probabilmente il massimo che si potesse sperare. La vertenza della multinazionale degli elettrodomestici che alla fine dello scorso anno ha annunciato quasi 2mila esuberi nel nostro Paese (299 a Siena, con la chiusura dello stabilimento ex Whirlpool) è a un punto di svolta. L’ipotesi di accordo quadro, firmata dai vertici Beko, daisindacati e dai rappresentanti del governo, prevede complessivamente 700 esuberi in meno di quelli previsti, 300 milioni di investimenti per il triennio 2025-2027, la reindustrializzazione del sito di Siena, un piano di incentivazione all’esodo volontario che arriverà fino a 85 mila euro, 24 mesi di Cgis e il ricorso alle politiche attive. Dal ministero si sottolinea che è “previsto il mantenimento in attività di tutti gli stabilimenti” e che “lo stabilimento di Siena sarà acquisito da Invitalia con il Comune e avviato subito il processo di reindustrializzazione. Tutti i lavoratori saranno tutelati con appositi ammortizzatori sociali.” L’intesa dovrà ora essere sottoposta alla valutazione e al voto delle assemblee dei lavoratori nei vari siti; a Siena le assemblee si svolgeranno venerdì 11. Se arriverà il via libera, lunedì 14 potrebbe esserci la firma ufficiale dell’accordo, a Roma, con il ministro Urso. “Ora si esprimeranno i lavoratori, ma credo che sia un accordo che soddisfa le parti” ha detto all’uscita dall’incontro fiume Giuseppe Cesarano, della segreteria Fim Toscana, che ha seguito tutta la vertenza. “Il recente protocollo d’intesa tra Invitalia e il Comune di Siena per l’acquisto dello stabilimento - spiega - segna un passo significativo verso la reindustrializzazione dello stabilimento Beko in viale Toselli, prevedendo che Invitalia e il Comune saranno gli attori principali del percorso.” Parallelamente nell’intesa della notte scorsa sono stati delineati strumenti di sostegno per i lavoratori coinvolti. Previsto un ‘risarcimento’, sotto forma di incentivo all’esodo, di 85 mila euro ciascuno per coloro che lasceranno l’azienda entro dicembre 2025. Sul fronte degli ammortizzatori sociali i sindacati sono riusciti ad ottenere una cassa integrazione della durata di 24 mesi, di natura conservativa, per coprire il periodo fino al 2027; prevista anche una integrazione una tantum di 15mila mila euro per compensare la cassa integrazione a carico di Beko. “Ci sarà un ‘Question time’ del governo davanti al Parlamento - spiega poi Cesarano - in cui il governo si prenderà l’impegno a sostenere la cassa integrazione”. Individuato un advisor, Sernet, incaricato di trovare un nuovo soggetto industriale per il sito senese. L’obiettivo di queste misure è di garantire una transizione ordinata per i lavoratori e a promuovere la continuità produttiva e occupazionale del sito industriale. Venerdì si vedrà come accoglieranno l’accordo i lavoratori. “Poi, in caso di approvazione - guarda avanti il segretario Fim - bisognerà mettersi subito al lavoro, sul territorio, con il nuovo soggetto industriale che verrà individuato, perché a Siena bisogna continuare a produrre.”
Alberto Campaioli