Giudizio negativo sull’incontro per la ex Ilva col Governo. Lo hanno espresso Fim Fiom Uilm alla fine del confronto interrotto e lo hanno ribadito ieri nel corso di una conferenza stampa unitaria per fare il punto della situazione. “Volevano costringerci a una trattativa che consideriamo inaccettabile - ha detto il numero uno della Fim, Ferdinando Uliano -. Ci sono state comunicazioni da parte del Governo su un nuovo soggetto industriale, con il quale c’è una trattativa, e soprattutto ci hanno prospettano una crescita della cassa integrazione, arrivando a 6mila unità a gennaio. Questo - continua Uliano - non è un piano industriale per uscire dalle secche in cui ci troviamo da anni, si tratta solamente di un intervento sulle spalle dei lavoratori volto a fare cassa”.
Uliano sottolinea la “posizione poco responsabile del Governo” e fa sapere che sarà aperta una campagna di assemblee con i lavoratori per illustrare la situazione e decidere quali iniziative di mobilitazione mettere in campo. “Parlare di 6mila persone in cassa integrazione su 10mila - continua ancora il sindacalista - è di fatto una messa in discussione del proseguimento dell’attività produttiva di questo impianto. Quindi con i lavoratori decideremo le iniziative da fare. Siamo dell’opinione che bisogna mettere in atto tutte le iniziative per far rimuovere queste posizioni”.
Ecco in sintesi Il piano che il Governo ha presentato ai sindacati.
Negoziati in corso: oltre a Bedrock Industries e Flacks Group, è stato firmato un accordo di riservatezza ed attivato l’accesso alla data room nel corso della scorsa settimana a un altro operatore estero per avviare una prima ricognizione finalizzata ad eventuale manifestazione di interesse. C’è stato, si legge nel piano, un “incontro venerdì scorso positivo a cui è seguita un’ulteriore richiesta di chiarimenti”.
Gestione operativa: dal 15 novembre a febbraio 2026 ADI darà corso a interventi per la manutenzione AFO2, AFO4, Acciaieria 2, Treno Nastri 2, Rete Gas coke e agglomerato. Sono previsti anche interventi ambientali e sugli impianti marittimi. Da marzo 2026 sarà comunque necessario fare ulteriori interventi “auspicabilmente a cura del nuovo acquirente” tra i quali anche su AFO1 (ove dissequestrato).
Piano a ciclo corto: dal 15 novembre 2025 sarà necessario attivare un nuovo piano operativo a ’ciclo corto’ che comporta una rimodulazione dell’assetto produttivo del complesso aziendale. Dal 1 gennaio 2026 ci sarà il fermo di produzione delle batterie di cokefazione e dal metà gennaio 2026 l’avvicendamento tra AFO4 e AFO2 (un solo altoforno per circa 20 giorni).
Cig con integrazione del reddito: “La rimodulazione dell’attività produttiva, dal 15 novembre fino a fine dicembre, richiederà l’incremento del ricorso alla cassa integrazione, che passerà da 4.550 a circa 5.700 unità con integrazione del reddito. A tal fine il governo presenterà una norma legislativa anche per garantire la copertura finanziaria dell’integrazione. Dal 1 gennaio, con la fermata delle batterie di cokefazione, si arriverà a 6.000 unità”.
Impianto Dri a taranto entro 4 anni: il governo, con il supporto della Regione Puglia, per consentire la pronta attuazione del piano di decarbonizzazione, garantirà l’immediata disponibilità di risorse finanziarie necessarie alla realizzazione dell’investimento per l’impianto di Dri in 4 anni. Il governo sta lavorando per garantire all’impianto DRI e alla centrale termoelettrica una fornitura di gas via condotte terrestri, a prezzi competitivi.
Tavolo Taranto: il tavolo insediato al Mimit lo scorso 19 maggio ha permesso di individuare aree potenzialmente fruibili ai fini della reindustrializzazione (sia interne che esterne al perimetro dell’ex Ilva). Per queste aree “stiamo valutando i progetti di investimento di oltre 15 aziende italiane ed estere, fra cui primari player nazionali, i cui progetti possono realizzarsi nell’arco dei 4 anni” in vari settori.
“Questo è effettivamente un piano di chiusura dell’azienda - ha affermato il segretario generale della Fiom, Michele De Palma -. E’ stato detto che siamo andati via dal tavolo, ma questo non corrisponde alla realtà, è stato un tradimento da parte del ministro Urso quanto accaduto”. Poi l’appello alla presidente del consiglio Meloni: “Si occupi della questione Ilva, che è strategica e centrale per le sorti del nostro Paese. Ci riconvochino al tavolo sulla base del percorso che avevamo condiviso”.
Sara Martano

