Giovedì 1 maggio 2025, ore 1:54

La sentenza

Ilva, la Consulta boccia il decreto del 2015

La Corte costituzionale ha bocciato il decreto ”salva Ilva” del 2015. Il provvedimento aveva consentito di tenere in attività uno degli altoforni, il numero due, nonostante il sequestro disposto dalla magistratura a seguito dell’incidente mortale di cui era rimasto vittima un lavoratore. Ciò grazie al fatto che l’Ilva era stata ricompresa dal provvedimento tra le attività di interesse strategico nazionale. La Corte non ha bocciato questa disposizione tuttavia - ribadendo i principi fissati in una precedente sentenza del 2013 - ha ritenuto che "il legislatore, pur in presenza di sequestri dell'autorità giudiziaria, può intervenire per consentire la prosecuzione dell'attività in stabilimenti di interesse strategico nazionale, ma a condizione che vengano tenute in adeguata considerazione, e tra loro bilanciate, sia le esigenze di tutela dell'ambiente, della salute e dell'incolumita' dei lavoratori, sia le esigenze dell'iniziativa economica e della continuità occupazionale". Nel giudizio del 2013 questi principi secondo la Consulta erano stati rispettati; non li rispettava, invece, il decreto del 2015. L'altoforno era stato sequestrato dall'autorità giudiziaria ma, pochi giorni dopo, il legislatore aveva disposto la prosecuzione dell'attivita' di impresa, alla sola condizione che entro 30 giorni la parte privata colpita dal sequestro approntasse un piano di intervento contenente "misure e attivita' aggiuntive, anche di tipo provvisorio", non meglio definite. Ciò ha spinto i giudici a ritenere che il legislatore abbia "privilegiato unicamente le esigenze dell'iniziativa economica e sacrificato completamente la tutela addirittura della vita, oltre che dell'incolumita' e della salute dei lavoratori".-

Ovviamente le ragioni che hanno spinto alla bocciatura del decreto saranno note solo quando verrà depositato il dispositivo della sentenza, più o meno tra tre settimane. Sentenza che non avrà comunque conseguenze sulla produzione dal momento che le cause che hanno portato all’adozione del provvedimento sono state nel frattempo rimosse.

( L’articolo completo domani su Conquiste Tabloid)

( 23 marzo 2018 )

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