La tempesta perfetta”: con queste parole il segretario generale della Cisl Belluno Treviso, Francesco Orrù, descrive la crisi che incombe sul Veneto, e in particolare sulle province di Treviso e Belluno. Una situazione allarmante, generata dalla convergenza di più fattori di criticità: il progressivo invecchiamento della popolazione, il crollo delle nascite, la glaciazione demografica, la carenza di alloggi a costi accessibili, l’aumento del costo della vita. Una condizione che mina alla base la tenuta del sistema socio-sanitario e di welfare territoriale.
Secondo una recente analisi realizzata dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso incrociando i dati demografici con il tasso di occupazione medio dei due territori, nel 2040 in provincia di Belluno mancheranno 23mila lavoratori. Nella Marca trevigiana il “buco” sarà di 80mila lavoratori. I settori che rischiano di andare in sofferenza sono quelli in cui l’età media dei dipendenti è più alta: sanità e assistenza sociale, trasporto e magazzinaggio, attività immobiliari, finanza, ma anche manifatturiero. “L’invecchiamento della popolazione, la denatalità, il calo dei residenti, la mancanza di forza lavoro e di attrattività, uniti a salari inadeguati al costo della vita - sottolinea Orrù - minacciano la tenuta economica e sociale dell’Italia settentrionale e conseguentemente dell’intera nazione. Se non affrontato con urgenza, il rischio non è solo lo spopolamento di alcune aree, ma il collasso del sistema pensionistico, sanitario e dell’intero sistema di servizi welfare così come lo conosciamo”.
La crisi del nord Italia, del Veneto e delle province di Treviso e Belluno - e la strada da imboccare per scongiurare un lento e inesorabile declino - è stata uno dei temi al centro del Congresso territoriale che ha visto la conferma della segreteria eletta il 1° agosto 2024 e composta dal segretario generale Francesco Orrù e dai segretari Roberta Barbieri ed Edoardo Dorella.
In territori come quello della provincia di Belluno, dove gli under 34 in 40 anni sono diminuiti del 43% mentre gli over 65 sono aumentati di 20mila unità, o come quello della Marca trevigiana, in cui i giovani sono scesi del 21% e gli anziani cresciuti del 120% nell’arco di pochi anni, il leader interprovinciale della Cisl rilancia con forza la necessità di un “nuovo contratto sociale tra istituzioni politiche, sindacato e imprese, che ponga al centro il lavoro, la competitività e la crescita, un patto che passi attraverso il rilancio delle filiere industriali, la qualificazione del sistema produttivo e l’investimento in formazione e competenze”.
“Lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione - spiega Orrù - sono sfide sempre più urgenti. Il calo dei residenti e della forza lavoro minaccia la sostenibilità del sistema del lavoro e della protezione sociale. Non solo è sempre più evidente la carenza di manodopera in settori chiave come edilizia, agricoltura e terziario, ma va ricordato che per lo stesso motivo strutture pubbliche e private rischiano di non garantire adeguati servizi di cura alla persona. Nel contempo siamo pienamente consapevoli che la complessità delle dinamiche lavorative nel nostro territorio va ben oltre il semplice allarme legato alla carenza di manodopera. Settori in grave difficoltà, come il tessile, il chimico e il metalmeccanico, hanno visto un significativo aumento delle ore di cassa integrazione, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di alcuni siti produttivi”.
Federica Baretti