"Insieme a Cgil e Uil, abbiamo promosso l’apertura di cinque tavoli per affrontare altrettanti temi cruciali per la sanità piemontese come la rete ospedaliera, la gestione delle Rsa con l’assistenza domiciliare, la salute e sicurezza sul lavoro, lo sviluppo della medicina territoriale e, soprattutto, la questione del personale. Bisogna far partire al più presto questi tavoli per fornire risposte e linee guida alla sanità regionale di oggi e di domani”. Lo ha detto il numero uno della Cisl piemontese, Luca Caretti, aprendo i lavori del Consiglio generale della Cisl Piemonte che si è riunito all’hotel Nh Torino Centro, sotto la Mole, alla presenza dei segretari regionale e nazionale Cisl Luca Caretti e Ignazio Ganga e dell’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, per un confronto sui contenuti del nuovo Piano Socio-sanitario della Regione, in discussione in queste settimane in Consiglio regionale.
Nel suo intervento introduttivo il segretario generale della Cisl piemontese, Caretti, ha sottolineato l’importanza di riempire il tempo che manca da qui all’approvazione del Piano, con confronti specifici e azioni mirate per dare concretezza e fattibilità a un progetto che corre il rischio di rimanere in gran parte sulla carta. Tra le criticità della sanità piemontese, c’è quella del personale. Per la Cisl le sfide sistemiche, quali la gestione della cronicità, non possono essere affrontate con le sole infrastrutture previste dal Pnrr. Le Case e gli Ospedali di Comunità resteranno gusci vuoti e l’efficacia dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità sarà un’illusione senza il personale necessario per popolarle e renderle operative. Allo stesso modo, l’abbattimento delle liste d’attesa è irrealizzabile se i professionisti che devono erogare le prestazioni sono oberati, demotivati e in fuga dal sistema.
L’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, si è detto disponibile a integrare le richieste presentate dalla Cisl sui vari aspetti del nuovo Piano Socio-sanitario regionale e ad avviare il confronto con le organizzazioni sindacali sui 5 tavoli tematici. Sul personale ha fatto presente che il sistema sanitario della Regione Piemonte è prossimo al raggiungimento del suo obiettivo strategico di assumere 2.000 nuove unità di personale entro il 2025, fissato nel giugno 2023. “Al 30 settembre di quest’anno - ha precisato Riboldi - sono state effettuate 1.925 assunzioni, pari al 96% del target complessivo. Questo risultato si inserisce in un trend di crescita che ha visto un aumento di oltre 4.400 dipendenti dal 2019. Parallelamente, sono state implementate con successo strategie di efficientamento, portando a una riduzione del 30% della spesa per i ‘gettonisti’ e avviando un processo di internalizzazione di servizi che ha già generato risparmi per 11,8 milioni di euro e 766 assunzioni, con una previsione a regime di oltre 28 milioni di risparmi annui. Le sfide future si concentrano sull'ottimizzazione della distribuzione geografica e professionale del personale e sull’ottenere dal Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) lo scomputo delle internalizzazioni dai tetti di spesa, al fine di liberare ulteriori risorse per la sanità pubblica”.
Il segretario confederale Cisl Ignazio Ganga ha parlato invece della legge di Bilancio e in particolare dei fondi aggiuntivi al capitolo sanità da parte del governo. “Sono un primo passo importante - ha osservato Ganga - ma occorre investire anche su nuovi modelli organizzativi che integrino digitalizzazione e intelligenza artificiale per far fronte ai cambiamenti del sistema sanitario. Il confronto sul Piano Socio-sanitario della Regione Piemonte è un'occasione importante anche per suggellare un pezzo di un percorso che in questo territorio e in altri si sta facendo sul modello partecipativo della Cisl”.
Rocco Zagaria

