Mercoledì 15 ottobre 2025, ore 14:32

Industria

Stellantis: la produzione continua a peggiorare

Continua a peggiorare la produzione Stellantis. Nei primi 9 mesi del 2025 - secondo i dati della Fim Cisl presentati oggi alla stampa - sono state realizzate 265.490 unità tra auto e veicoli commerciali, con un calo del -31,5% sullo stesso periodo 2024. Per le auto la flessione è del 36,3% (151.430 unità), per i furgoni del 23,9% (114.060). Tutte le fabbriche registrano perdite tra il 17% e il 65%. Le previsioni per la chiusura dell’anno restano fortemente negative: poco più di 310 mila unità complessive, con le autovetture che scenderanno sotto la quota delle 200 mila unità.

Le nuove produzioni - la 500 ibrida (in partenza a novembre) e i modelli di Melfi (DS8 già in produzione e Jeep Compass da ottobre) - potranno dare risultati significativi solo nel corso del 2026. Sul fronte dell’occupazione la metà della forza lavoro degli stabilimenti italiani è interessata da ammortizzatori sociali. A Mirafiori resta attivo il contratto di solidarietà fino al 31 gennaio 2026, utilizzato al 40% dai circa mille lavoratori della 500 Bev e diversi lavoratori risultano in distacco sulla produzione del cambio elettrico eDct. Nell’ultimo trimestre si sono registrati solo 37 giorni lavorativi sulla linea della 500 Bev. A Melfi nel primo semestre si sono registrati 57 giorni di fermo collettivo gestiti con contratto di solidarietà (187 turni persi). Negli altri giorni l’utilizzo medio del contratto di solidarietà è stato del 63%, coinvolgendo ogni giorno circa 3.050 lavoratori. A Pomigliano le giornate di cassa integrazione collettiva sono state 51 sulla linea Tonale/Hornet e 36 sulla Panda, coinvolgendo tra i 3.000 e i 3.750 lavoratori. Da luglio è attivo il contratto di solidarietà con un utilizzo medio del 39% del totale dei lavoratori. A Cassino da quattro anni si lavora su un solo turno. A oggi, si sono registrate oltre 84 giornate di fermo produttivo; nelle giornate lavorate, circa 600 lavoratori sono stati coinvolti nel contratto di solidarietà. A Modena il contratto di solidarietà ha coinvolto i 214 lavoratori con un utilizzo medio intorno al 50%. Ad Atessa dall’inizio dell’anno la media giornaliera dei lavoratori in cassa integrazione è stata di circa 700 unità. 

In questa situazione molto complicata l’obiettivo della Fim Cisl resta quello di garantire a ogni sito produttivo una prospettiva industriale e occupazionale certa, contrastando qualsiasi atto unilaterale, chiusura o licenziamento, e orientando la transizione tecnologica verso soluzioni concrete, condivise e socialmente sostenibili. Un obiettivo tutt’altro che scontato, alla luce dei livelli produttivi registrati nel 2024 e nel 2025. Alla luce di questi dati allarmanti, l’incontro del prossimo 20 ottobre a Torino tra le organizzazioni sindacali italiane e il nuovo ceo di Stellantis, Antonio Filosa, assume un significato importante per il futuro degli stabilimenti italiani del gruppo.

“Chiederemo a Filosa - ha spiegato il segretario generale Fim Ferdinando Uliano nel corso della presentazione del report - di rafforzare e migliorare il piano di investimenti ottenuto dopo lo sciopero del settore auto del 18 ottobre 2024 e la successiva uscita di Tavares. Quel piano prevede anche per l’Italia la nuova piattaforma Small con due nuovi modelli compatti a Pomigliano dal 2028, la nuova 500e a Mirafiori accanto alla 500 ibrida in produzione da novembre 2025. L’introduzione di versioni ibride per le auto previste nelle versioni elettriche tra il 2025 e 2026 a Melfi, la nuova gamma large sui veicoli commerciali, lo sviluppo anche delle versioni ibride delle full electric previste su Stelvio e Giulia e in aggiunta un nuovo modello top di gamma sempre su piattaforma large. Su Modena è previsto il lancio del progetto alto di gamma con il trasferimento di Maserati Gt eGc. Rimangono invece preoccupazioni sul futuro di Termoli dopo lo stop alla gigafactory”. Il segretario generale della Fim Uliano insiste anche sul cambio di passo da parte dell’Unione Europea e del Governo Italiano. “È necessario un piano industriale europeo espansivo - afferma il numero uno dei metalmeccanici Cisl - sostenuto da debito comune e da un nuovo Fondo europeo con dotazioni paragonabili al Next Generation EU, per accompagnare la transizione garantendo sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale. Anche il Governo italiano deve fare la propria parte, individuando risorse adeguate per sostenere e rilanciare il settore automotive e l’intera filiera dell’indotto”. 
Rocco Zagaria
 

( 7 ottobre 2025 )

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