No agli esuberi nei siti italiani di StMicroelectronics. E’ la risposta della Fim Cisl ad un virgolettato di un articolo del Corriere della Sera che richiama una dichiarazione del Ministro Urso circa i futuri livelli occupazionali di STMicroelectronics. In Italia gli esuberi saranno “poco più di mille”- si legge nell’articolo - rispetto ai 2.800 a livello mondiale dichiarati dalla dirigenza di Stm a margine dell’incontro istituzionale di giovedì scorso.
“Rispetto agli asset occupazionali - afferma il segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis - abbiamo già sottolineato quanto il comportamento dell’azienda, giovedì scorso al Mimit, sia stato irrispettoso del tavolo negoziale istituzionale nel comunicare l’esubero dei 2.800 lavoratori a margine dell’incontro e non durante l’illustrazione del piano industriale. Ora - continua Nobis - si legge dai giornali che gli esuberi in Italia saranno “poco di più di 1000”. Perché non sono stati annunciati nel tavolo ministeriale dell’altro giorno? In quale sito saranno dichiarati su Agrate, su Catania o su entrambi? Per la Fim anche l’annuncio di un solo licenziamento preoccupa, 1000 diventano un allarme sociale”.
Il sindacato tiene a sottolineare l’apprezzamento per il ministro Urso nell’aver accolto la richiesta fatta anche dalla Fim di aprire un tavolo ministeriale per discutere un piano industriale che possa far crescere la produzione e i livelli occupazionali in Stm e farle recuperare il ruolo di leader nel settore dei microprocessori e di essere traino per l’intero comparto manifatturiero italiano, ma auspica che “sia intenzione di tutti che il tavolo istituzionale sia primario rispetto a comunicazioni, scelte e condivisioni per il futuro occupazionale e industriale di Stm. Ribadiamo che non dovranno comunque esserci esuberi nei siti italiani”.
Rispetto al piano industriale la Fim lo ritiene comunque “insoddisfacente per mancanza di chiarezza circa le risorse da impiegare ad Agrate per il completamento del Plant di ’ag300’, che doveva essere già completato nel 2025 e che ad oggi produce 2.500 wafer a settimana sugli 8mila previsti dal progetto di sviluppo”. Inoltre aggiunge Nobis “non abbiamo avuto alcuna conferma sull’attuale livello occupazionale e in particolare sui 2.400 dipendenti nella produzione dei ’wafer a 8’ vorremmo sapere quale sarà il loro destino una volta terminato il progetto dei wafer a 12”.
Su Catania non è ancora chiaro in che tempi avverrà il passaggio dei lavoratori dalla fabbrica a 6 a quella ad 8. Inoltre ad oggi i sindacati non conoscono ancora nel dettaglio il piano industriale 2025-27 presentato dal board al Capital Market dello scorso novembre, dove si parlava di un intervento di saving a tre cifre. “Poco serio e rispettoso per i presenti al tavolo aver saputo dall’azienda solo alla fine dell’incontro che il taglio occupazionale mondiale sarà di 2.800 dipendenti - sottolinea Nobis -. Dai prossimi incontri pretendiamo risposte precise sullo sviluppo industriale di Stm in Italia in termini di sviluppo di nuovi prodotti, risorse a sostegno di investimenti di processo e di ricerca e soprattutto rispetto alla forza lavoro ci confronteremo solo su piani di mantenimento o incremento occupazionale in tutti i siti”.
Sara Martano