I lavoratori del settore socio sanitario, ai quali viene applicato il contratto Anaste, incroceranno le braccia venerdì 31 ottobre. Alla base della mobilitazione, indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs, l’esito negativo del tentativo obbligatorio di raffreddamento e conciliazione e la firma di un nuovo contratto peggiorativo tra Anaste e alcune sigle sindacali autonome, non rappresentative del settore.
La mobilitazione è la risposta alla chiusura di Anaste, che ha scelto di sottoscrivere un rinnovo contrattuale al ribasso, ignorando le richieste delle organizzazioni sindacali confederali e penalizzando i circa 10.800 professionisti del terzo settore socio-sanitario assistenziale, in gran parte donne e operatori impegnati quotidianamente nell’assistenza a persone fragili e non autosufficienti.
“Le motivazioni dello sciopero risiedono nella palese indisponibilità di Anaste nella ricerca di soluzioni volte a garantire ai lavoratori pari diritti, tutele, dignità già riconosciute ad altre lavoratrici e lavoratori del settore alle dipendenze di datori di lavoro che applicano altri contratti”.
Secondo i sindacati, l’accordo firmato da Anaste “non solo non garantisce alcun miglioramento salariale in linea con l’aumento del costo della vita, ma prevede parti normative peggiorative rispetto ad altri contratti del settore come nel caso del comporto di malattia, che mette a rischio la tutela della salute dei lavoratori.”
“È evidente la volontà di Anaste - prosegue la nota unitaria - di sottoscrivere accordi con aumenti contrattuali irrisori, disconoscendo la dignità di coloro che quotidianamente con dedizione e responsabilità si prendono cura delle persone, soprattutto quelle più fragili, sacrificando la qualità dei servizi erogati.”
Il contrasto è ancora più evidente se raffrontato con i rinnovi sottoscritti nello stesso comparto - Uneba, Cooperative Sociali, Valdesi, Anffas, Agidae - che hanno previsto aumenti retributivi tra il 10,4% e il 12,6% e significativi miglioramenti normativi su malattia, genitorialità, welfare, quattordicesima mensilità e contrasto alle molestie e alla violenza di genere.
“Il tempo delle attese è finito - dichiarano le sigle sindacali. Le lavoratrici e i lavoratori Anaste meritano pari dignità e tutele rispetto a chi opera nello stesso settore. Con lo sciopero nazionale vogliamo dare un segnale forte: non accetteremo che a pagare il prezzo delle scelte datoriali siano ancora una volta i dipendenti, già sottoposti a carichi di lavoro insostenibili.”
Nei prossimi giorni le organizzazioni sindacali attiveranno una campagna di sensibilizzazione e informazione capillare, con assemblee nei luoghi di lavoro, iniziative pubbliche sui territori e il coinvolgimento delle istituzioni locali, delle famiglie e dell’opinione pubblica.
Ce.Au.