Resta alta la preoccupazione per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro: è urgente fare di più, in Veneto come nel Paese. Già 15 le vittime di infortuni con esito mortale in Veneto nei soli primi sessanta giorni di quest’anno, 10.793 le denunce totali di infortunio sul lavoro e 946 quelle di malattia professionale.
“Numeri che, seppure limitati al primo bimestre, ci dicono come la situazione si mantenga critica, ancor più guardando al trend rimasto purtroppo sempre costante nell’ultimo decennio - evidenzia Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Veneto -. C’è qualche segnale positivo, ma il calo degli infortuni è troppo lento e poco marcato, lontano dal tradursi in quella decisa inversione di rotta da tutti auspicata e a cui bisogna lavorare unendo gli sforzi”.
Da un lato, gli infortuni totali denunciati in Veneto nel 2024 - 70.186 - sono aumentati dell’1,3% rispetto all’anno precedente, confermando per l’ultimo decennio un valore attestato piuttosto stabilmente intorno ai 70mila (esclusi i casi Covid). Dall’altro lato, gli infortuni con esito mortale - 79 - diminuiscono del 21,8% nel 2024 rispetto al 2023, ma anche qui il trend degli ultimi dieci anni rivela, comunque, un valore medio annuo superiore alle 100 vittime. Ben 155 gli infortuni gravi riconosciuti in Veneto nel 2023 con una menomazione superiore al 26%. Numeri a cui serve prestare grande attenzione, considerando il significativo impatto di questi infortuni in termini di autosufficienza della persona e della sua famiglia, oltre che di costi sociali e sanitari.
Maggiore attenzione è chiesta, ancora, verso le malattie professionali, le cui denunce continuano a crescere, segnando un +18,9% nel 2024 rispetto al 2023. Cisl Veneto ribadisce l’importanza di un’azione complessiva e sinergica che intervenga in primis sulla prevenzione, rispetto alla quale restano fondamentali il contrasto alla precarietà e al lavoro sommerso e la formazione.
A questo proposito si accoglie con favore la recente approvazione dell’Accordo Stato Regioni, che disciplina l’obbligo formativo anche per i datori di lavoro e introduce forme di verifica dell’efficacia della formazione ricevuta. Va, inoltre, incentivato il potenziamento dei controlli e dei monitoraggi, così come ci si auspica un allargamento della platea di aziende soggette all’obbligo della patente a crediti.
“Come Cisl Veneto - conclude Paglini - chiediamo di integrare nella valutazione dei rischi delle imprese anche quelli connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie e dei cambiamenti del clima: veri e propri rischi emergenti e non sempre normati, che pur essendo ancora in fase di analisi e studio rispetto al loro impatto vanno osservati e presidiati perché potenzialmente pericolosi per la salute. Si pensi allo stress da lavoro correlato o all’esposizione ai campi elettromagnetici, e dall’altra parte all’esposizione per lungo tempo ai raggi solari”. E ancora, da non dimenticare l’aumento considerevole delle aggressioni ai lavoratori del settore sanitario e sociosanitario - quasi 2600 nel 2024 -, del trasporto pubblico, della polizia penitenziaria e di altre attività lavorative a contatto con il pubblico.
Federica Baretti