Non c’è accordo sulla proroga degli ammortizzatori sociali per i lavoratori Wartsila che dal 1 gennaio sono senza copertura di reddito. Non sono bastate 7 ore e mezza di confronto, la dirigenza finlandese ha detto no alla mediazione proposta dalle istituzioni, su cui si era trovata la convergenza di tutte le altre parti, e salta il possibile accordo. A questo punto è presumibile che la multinazionale decida di aprire la procedura prevista dalla legge 234, che si concluderebbe con il licenziamento di 300 unità circa tra otto mesi. Intanto, a queste andranno versati gli stipendi integralmente.
Sorpresa e disappunto per il comportamento dei vertici aziendali è stata espressa da tutte le parti al tavolo, Governo, Regione, Confindustria e sindacati. “Nei fatti - si legge in un comunicato di Fim Fiom Uilm - non sottoscrivendo l’accordo di proroga sul Contratto di solidarietà, la multinazionale ha dichiarato il licenziamento dei 300 lavoratori della produzione e la precarietà occupazionale dei 600 lavoratori del Service con un progressivo disimpegno della multinazionale in tutto il territorio nazionale”. Una scelta inaccettabile per i sindacati anche perché “in questo anno e mezzo la multinazionale non ha fatto nulla per sostenere la reindustrializzazione del sito, e ha scaricato l’onere su Governo e Istituzioni”.
“Come Regione faremo tutto ciò che sarà nelle nostre possibilità per contrastare la scelta di Wartsila”afferma l’assessore al Lavoro del Friuli Venezia Giulia Alessia Rosolen segnalando che il 28 dicembre, non più di 10 giorni fa, Wartsila ha chiesto ulteriori fondi al ministero. “Con questa farsa - continua - l’azienda si è assunta una responsabilità gravissima. Inizieremo le interlocuzioni con il governo per un eventuale intervento sulla legge 234. Ci troviamo ora di fronte a una fase che non merita alcuno sconto”.
Per i sindacati ora è necessario che il Governo, la Regione Friuli Venezia Giulia e i parlamentari territoriali rafforzino l’azione di sostengo a percorsi di rioccupazione dei 300 lavoratori agendo immediatamente, anche con interventi legislativi, sulla multinazionale per arginare e recuperare i danni industriali e sociali che stanno provocando al Paese e gli ingenti contributi pubblici trasferiti dallo stato alla multinazionale Wartsila. “Nei prossimi giorni - fanno sapere Fim, Fiom, Uilm - saranno calendarizzate le assemblee di fabbrica per decidere con i lavoratori le prossime iniziative da intraprendere e la ripresa della mobilitazione per contrastare le scelte di Wartsila e per sollecitare il Governo e la Regione Friuli Venezia Giulia a concretizzare i piani industriali atti a garantire la vocazione industriale del sito e salvaguardare l’occupazione”.
Sara Martano