Giovedì 18 aprile 2024, ore 6:23

Ambiente

A Ischia si cercano i dispersi in mezzo al fango e alle polemiche

Mentre a Ischia si contano i danni e i morti e si cercano i dispersi, ai livelli politici più alti è iniziato lo scarica barile e la ricerca di capri espiatori. In mezzo alla cortina di polemiche, tuttavia, si possono trovare alcuni dati certi. Innanzitutto, quelli forniti dalla Protezione Civile: abbiamo più di 620.000 frane censite, cioè conosciute, abbiamo un territorio ampiamente sismico, in alcune aree e Regioni tutti i Comuni sono classificati con importanza sismica di rilievo. Quello che non abbiamo ancora, invece, e che attendiamo da un decennio è un piano climatico. Una roadmap senza la quale, ha ricordato il ministro Musumeci, non si può avviare il percorso per una strategia nazionale di prevenzione, oggi più che mai urgente e necessaria. Musumeci è tornato a ribadire la necessità di stanziare ulteriori finanziamenti a beneficio dei comuni che abbiano intenzione di procedere all'abbattimento di edifici abusivi, stando comunque vicino ai sindaci perché “spesso dietro l'abusivismo edilizio ci sono le organizzazioni criminali”.
Le risorse, come è tristemente noto, non mancano. Ma l’Italia ha una pluridecennale incapacità di spesa. I finanziamenti sono già disponibili per le amministrazioni che ne facciano richiesta, come ricordato oggi dal deputato Pd Andrea Orlando che, nel 2013 - da ministro dell’Ambiente - istituì proprio un fondo per la demolizione delle opere abusive. 
Siamo come sempre in ritardo su tutta la linea. Il 14 dicembre, scadrà il bando del ministero delle Infrastrutture per il sostegno del 50% del costo degli abbattimenti degli edifici abusivi eseguiti dai Comuni. E, di fronte alla richiesta di personale fatta in questi giorni dalle amministrazioni in ritardo con le operazioni, il ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, ha rilanciato l'ipotesi della reintroduzioni delle Province.
Intanto, come detto, divampano le polemiche. Soprattutto sul condono approvato dal Governo Conte nel 2018. L’allora ministro dell’Ambiente Costa, afferma che quello del 2018 non è stato “affatto un condono” e che il titolo della norma era “sbagliato”. Ricorda che, anche in virtù della sua opposizione alla norma, Conte decise con l'articolo 25 del decreto emergenze di dare un tempo di sei mesi ai cittadini di Ischia, che nel 2018 ancora in larga parte non avevano avuto uno straccio di risposta alle domande dei tre condoni del 1985, 1994 e 2003, “per avere una parola definitiva sui condoni precedenti”. Solo chi non aveva l’immobile abusivo avrebbe avuto contributi per il sisma del 2017. In pochi, dunque, hanno avuto i soldi per la ricostruzione, considerato che a Ischia la maggior parte del parco edilizio è abusivo. Ma sta di fatto che le richieste di condono sono esplose e dal 2018 ci si può rifare alle regole, più lasche, del 1985.
Si contano 28mila richieste ufficiali di sanatoria. Nei soli comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno, come ricorda il Verde Boneli, “che contano circa 13mila abitanti, le pratiche di condono sono oltre 6mila, una su due abitanti”. 
Contro Costa si scaglia anche Azione. “Il ministro dell'Ambiente - attacca la senatrice del partito Silvia Fregolent - che ha archiviato l’unità di missione contro il dissesto idrogeologico e ha approvato il condono a Ischia, ci spiega che la parola condono era solo nel titolo. Il condono è nella norma e si riferisce al condono più permissivo che la storia ricordi, quello del 1985”.
Ilaria Storti

( 29 novembre 2022 )

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