Dopo la frenata del Pil e il calo di occupati, che interrompe una lunga fase di crescita, anche dal comparto dell’industria arrivano notizie negative. La produzione metalmeccanica nel secondo trimestre dell'anno è calata dello 0,5% rispetto al primo trimestre; un dato in peggioramento rispetto al precedente -0,1%. Nel confronto con lo stesso trimestre del 2022 il calo è invece del 2,0%; un calo che si contrappone al +2,2% registrato nei primi tre mesi di quest'anno. I dati arrivano dall’indagine congiunturale di Federmeccanica sull'industria metalmeccanica-meccatronica italiana.
Il rallentamento risulta più significativo rispetto ai principali competitor Ue. E sono in peggioramento anche le previsioni per i prossimi mesi.
L'export è positivo (+6%) ma, sottolinea ancora l'indagine di Federmeccanica, in costante rallentamento rispetto al primo trimestre 2023. Nei primi sei mesi dell'anno, invece, la produzione metalmeccanica è rimasta sostanzialmente stabile (+0,1% su base annua), ma anche in questo caso su livelli inferiori rispetto ai principali Paesi Ue.
Nel comparto, come del resto in molti altri, resta elevata la percentuale di imprese che incontrano difficoltà nel reperire i profili professionali necessari per l'attività aziendale: a fine giugno si attesta al 70%, una quota sostanzialmente in linea con il 71% rilevato un anno prima. Tra le competenze ricercate, le più difficili da reperire risultano quelle tecniche di base/tradizionali (42%), più distanziate quelle trasversali (27%, intese come la capacità di risolvere problemi, di prendere decisioni, di lavorare in gruppo, di comunicazione, di autonomia) e quelle tecnologiche avanzate/digitali (24%). Il restante 7% delle imprese è, invece, alla ricerca di figure professionali con altre specifiche caratteristiche. È un problema, sottolinea il vicepresidente di Federmeccanica, Diego Andreis, che “si conferma su livelli non accettabili”. “Come può - si chiede Andreis - la seconda manifattura europea essere competitiva se il 70% delle aziende del settore chiave non riesce a trovare le competenze che servono? Occorre trovare soluzioni su larga scala. Dobbiamo porci degli obiettivi misurabili e raggiungerli, come ad esempio avere un numero di iscritti agli Its nell'ordine di centinaia di migliaia come avviene nei percorsi assimilabili in Germania, Francia e Spagna, mentre in Italia non raggiungono nemmeno la quota di 26mila”. Allo stesso tempo, secondo Federmeccanica, dovrebbero aumentare gli iscritti nelle discipline Stem, con un coinvolgimento sempre maggiore delle donne”.
Ilaria Storti