Mercoledì 1 maggio 2024, ore 23:28

Lavoro

Occupazione femminile: l’Europa resta lontanissima

Il nostro paese continua a restare indietro rispetto all’Europa sul fronte della parità di genere: siamo al quattordicesimo posto tra i Paesi dell'Unione Europea, con un punteggio di 4,4 punti sotto la media. Non solo. Nell’ultimo anno, le amministratrici delegate sono diminuite di un punto percentuale, attestandosi al 3%. Notizie negative, come noto, anche sul fronte della natalità, che nel 2021 è calata dell’1,3% rispetto all'anno precedente. Secondo un sondaggio di Freeda, leader in Italia tra le digital media company, il 64% delle under 35 pensa che avere figli in età giovanile sia un limite per carriera e guadagno, il 63% che avere figli sia un ostacolo in generale per il proprio sviluppo professionale e il 59% ha paura di comunicare una gravidanza ai propri superiori. Non si tratta, ovviamente, solo di percezioni. Al 42% delle intervistate durante un colloquio di lavoro, sono state chieste informazioni rispetto all'intenzione di avere dei figli.
Tra le misure che le donne pensano possano favorire l’occupazione femminile, c’è il congedo parentale obbligatorio per i padri: l’82% delle intervistate sostiene che la misura aiuterebbe a conciliare le attività legate alla famiglia con il lavoro e contribuirebbe a una ripartizione più equa delle responsabilità tra i genitori. 
Il 69% delle under 35 europee sostiene di voler avere figli, percentuale che arriva al 76% per l’Italia. Ma nel nostro paese c’è un’evidente discrasia tra le intenzioni e la realtà, visto che abbiamo un tasso di natalità tra i più bassi in Europa. 
Tra le motivazioni comunicate a sostegno del no alla scelta di avere figli, per il 49% delle rispondenti ci sono proprio le potenziali conseguenze negative sulla carriera. Tra le mamme, il 21% ha dovuto smettere di allattare a causa della nascita di figli, mentre il 53% ha continuato fino a quando non ha deciso liberamente di smettere.
La bassa occupazione femminile e la denatalità rischiano di compromettere lo sviluppo italiano futuro. I dati sono drammatici. Il tasso di nascite nel 2020 in Italia è di 6,8 bambini ogni mille abitanti, la peggiore curva in Europa. 
Per invertire il trend, servono misure che riducano la correlazione inversa tra nascita di un figlio e occupabilità delle donne. A oggi, purtroppo, per ogni classe d’età, un aumento del numero dei figli determina una diminuzione del tasso di occupazione. È la classe d’età 25-34 anni che in presenza di 2 figli o 3 e più figli riporta i più bassi tassi di occupazione.
Le donne tra i 25 e i 34 anni in presenza di 1 figlio hanno un tasso di occupazione pari al 49,9%, con 2 figli del 35,8% e con 3 e più figli il tasso si riduce al 21,5%.
Tale situazione è stata anche confermata nel secondo rapporto Bes - Benessere equo e sostenibile - dell’Istat, nel quale viene specificato che “in Italia, lo svantaggio delle madri occupate è evidente”.
La presenza di figli, soprattutto se in età prescolare, ha un effetto non trascurabile sulla partecipazione della donna al mercato del lavoro. Considerando le donne tra i 25 e i 49 anni, il tasso di occupazione passa dal 71,9% per le donne senza figli al 53,4% per quelle che ne hanno almeno uno di età inferiore ai 6 anni.
Ilaria Storti

( 21 giugno 2022 )

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