Sabato 27 luglio 2024, ore 4:38

Attualità

Cutro un anno dopo: commemorazione e riflessione

Un anno fa, la tragedia di Cutro, avvenuta a sua volta a dieci anni dal naufragio di Lampedusa, mentre qualcuno continua a chiamare "emergenza" le migrazioni, che fanno parte invece della quotidianità delle cronache del Mediterraneo da troppo tempo. A parlare sono i numeri.

Dal mare crotonese riemergevano a mano a mano corpi di uomini, donne e bambini. A Pala Milone era allestita la camera ardente. Mentre la gente si prodigava per l'assistenza ai sopravvissuti, il Governo convocava il Consiglio dei Ministri a Cutro, e veniva approvato un decreto legge che prevedeva addirittura l'abrogazione della protezione speciale Altro che accoglienza. Un intervento con una richiesta di revisione arrivava il giorno dopo dalla Presidenza della Repubblica. Probabilmente una delle pagine più brutte della storia del Governo Meloni, per la mancanza di trasparenza anche nel comunicare nell'immediato la decisione presa.

Scrivono in una nota Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria, e Alexander Marian Dudut, presidente dell’Anolf calabrese, l’Associazione nazionale Oltre le Frontiere, attiva: "Sono 2.571 le persone morte in mare solo nel 2023, secondo i dati Oim (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni) e di Medici senza frontiere. Tra queste, le 94 vittime accertate, uomini, donne e bambini morti nel naufragio di Steccato di Cutro del 26 febbraio 2023. Uomini, donne e bambini in carne e ossa, non sono solo numeri."

Nella nota Cisl Anolf torna il racconto di quei giorni:"In situazioni drammatiche come la tragedia di Steccato di Cutro la solidarietà può assumere mille volti: abiti, cibo, giocattoli, posti letto, ma anche tempo ed energie, e persino i loculi di famiglia. La gara di solidarietà è scattata a poche ore dalla tragedia, quando i cittadini di Cutro e Crotone hanno portato al Cara vestiti, scarpe, coperte; tutto ciò che hanno pensato potesse servire per i superstiti. Stesse scene all’ospedale di Crotone, con indumenti, cibo e prodotti per l’igiene lasciati presso una delle entrate laterali del Pronto Soccorso, oppure portate fino al reparto di Pediatria". Nelle terre di sbarchi come la Calabria servono mediazione linguistica e culturale, assistenza psicologica e medica, supporto logistico ed organizzativo, ma anche aiuti economici.

"I parenti delle vittime hanno dovuto riconoscere i cadaveri recuperati dal mare e talvolta sono arrivati a Crotone con indosso solo gli abiti che portavano" Cutro ha dimostrato come in Calabria permanga un sentimento antico di umanità. Questa è ancora la Magna Grecia, il naufrago è l'ospite che viene dal mare, e l'ospite è sacro. La commemorazione, fortemente voluta dal presidente della Giunta Regionale Roberto Occhiuto conferma il sentimento di solidarietà e di accoglienza, senza clamore. Alcune azioni praticabili" si legge ancora nella nota "però, noi le ribadiamo: il consolidamento e consistente ampliamento dei corridoi umanitari per far giungere in sicurezza le persone che sfuggono da guerre e disastri naturali e poi l’ampliamento dei numeri e la semplificazione delle procedure dei decreti flussi per accogliere i cosiddetti migranti economici perché, è bene ribadirlo, il nostro sistema economico ha assoluto bisogna di manodopera, per colmare gap occupazionali in diversi comparti, compresi alcuni che riguardano Information and Communications Technology. Magari attivando anche corsi di italiano e percorsi di riqualificazione professionale nel loro Paese di origine. Bisogna, infine, incrementare l’attività di soccorso in mare per salvare vite. Perché la vita delle persone, di tutte le persone è per noi un valore supremo.

Un’ultima considerazione indirizzata al Governo: "Accogliamo il disperato appello dei superstiti del naufragio di Cutro. La loro richiesta è molto semplice: permettere loro di ricongiungersi con le proprie famiglie. Questi giovani superstiti chiedono con forza ai Governi italiano e tedesco, nonché all’Unione Europea nel suo complesso, di riconoscere definitivamente il loro diritto al ricongiungimento familiare. Almeno questo.
Elisa Latella

 

( 26 febbraio 2024 )

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