Giovedì 24 aprile 2025, ore 18:29

Focus

Emergenza siccità in Sicilia: danni enormi a cose e persone

La crisi siccità in Sicilia rappresenta un’emergenza nazionale per la quale stiamo mettendo in campo ogni azione utile a superare criticità emerse ed evidenti da anni". A mettere il sigillo su quella che è considerata ormai una emergenza che travalica i confini dell’isola è stato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, rispondendo a un question time alla Camera.
A sollevare il problema è stato il deputato del Pd, Anthony Barbagallo, già segretario regionale Dem in Sicilia. "La Sicilia è in piena crisi, una situazione mai vista con queste proporzioni: animali che bevono fango, laghi prosciugati, raccolti di grano e foraggio azzerati, zone in cui l’acqua non arriva da 40 giorni, danni enormi per i produttori, i cittadini e per il turismo. Il dramma siccità in Sicilia è in prima pagina sul New York Times, non serve aggiungere altro". Una crisi in prima pagina, ma che si nota soprattutto nelle case dei siciliani, in tutte le province. Le Prefetture hanno avviato, ciascuna, dei tavoli permanenti per monitorare la situazione dell’approvvigionamento. E mentre in città come Licata si è stati costretti a far giungere i rifornimenti dal mare attraverso navi cisterna, ci sono capoluoghi a secco da settimane. Situazione decisamente più complicata ad Agrigento dove l’acqua manca da 15 giorni. Chiesto l’invio di una nave cisterna della marina militare. Il comitato "Vogliamo l'acqua" e il Cartello sociale di Agrigento, nelle ultime ore, hanno inviato una lettera-appello, sottoscritta da 1.400 agrigentini, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il sindaco Franco Micciché con una ordinanza ha vietato il prelievo e consumo di acqua potabile per il lavaggio di marciapiedi e piazzali, auto e per innaffiare orti e giardini, oltre per alimentare fontane ornamentali, vasche e piscine.
A Messina, l’amministrazione comunale lavora per recuperare più risorsa idrica dalle falde sull’Etna che servono non solo il capoluogo dello stretto ma anche comuni del catanese come Mascali, Fiumefreddo e Calatabiano. L’ipotesi messa in campo dal sindaco Basile è stata recepita dalla cabina di regia regionale per l’emergenza e prevede una riduzione dell’acqua per uso irriguo in maniera tale da destinarne di più a quello idropotabile. La concessione per l’utilizzo delle sorgenti prevede che a Messina possano essere garantiti 812 litri di acqua al secondo fra maggio e ottobre e 915 fra novembre ed aprile. 430 litri invece sono destinati allo scopo irriguo. Alla luce della legge speciale si possono rivedere queste proporzioni. Verranno favoriti i terreni coltivati con piante con arbusti (agrumi, ulivi) che riceveranno un terzo dell’acqua che di solito hanno. Mentre le colture senza arbusto (pomodori, patate, ad esempio), al contrario, possono essere rigenerate nella stagione successiva e non riceverebbero più acqua, morendo. E a poco servirebbero gli indennizzi per le perdite economiche tanto che gli agricoltori catanesi sono comunque sul piede di guerra e sono pronti ad inscenare una manifestazione a Fiumefreddo. Il Presidente della Regione Renato Schifani, con un emendamento alla manovra all’Ars prova a dare un segnale con l’esonero del pagamento per il 2024 dei ruoli che derivano dall’irrigazione di soccorso per gli agricoltori siciliani che ricadono nei comprensori dei Consorzi di bonifica. 
Per questa agevolazione, la norma prevede uno stanziamento di 10 milioni di euro da ripartire tra i Consorzi, con decreto dell’assessore all’Agricoltura, per ridurre l’onere a carico degli agricoltori fortemente penalizzati dall’emergenza idrica.
Un ulteriore sforzo finanziario del governo - evidenzia il presidente Schifani - per sostenere un settore che sta pagando un grande prezzo a causa della siccità senza precedenti nella nostra regione". Basterà?
Francesco Triolo

( 1 agosto 2024 )

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