Lunedì 16 settembre 2024, ore 9:25

Economia

I pagamenti digitali indeboliscono l’evasione

Il nostro paese mantiene valori da primato sul fronte dell’evasione, soprattutto nel confronto con i paesi Ue, ma qualcosa si comincia a muovere. E un fattore cruciale in questo lento cambiamento è rappresentato dalla crescita dei pagamenti digitali. Il cash, infatti, è un mezzo di pagamento che consente facilmente di nascondere guadagni al fisco.
L’Italia, come detto, ha una lunga strada da percorrere. Lo confermano i dati dello studio sul “Vat gap”, ossia la stima della differenza tra le entrate teoriche previste dalle imposte sul valore aggiunto e l’importo effettivamente riscosso. Uno studio della Commissione Europea, che prende in esame i livelli di evasione fiscale riferiti al 2021 e che certifica che l’Iva evasa o non versata nell’Unione è stata di 61 miliardi, 14,6 dei quali imputabili all’Italia. Una cifra altissima ma in netto calo rispetto all’anno precedente (si è infatti registrato un miglioramento di circa 12,7 miliardi). Nonostante questo progresso, l’Italia è in testa per il maggior valore assoluto di Iva evasa. Tuttavia, confrontando non i numeri assoluti ma la percentuale di evasione o mancata riscossione dell’imposta, la classifica cambia: al primo posto c’è la Romania (36,7%), seguita da Malta (25,7%), Grecia (17,8%) e Lituania (14,5%). L’Italia è al quinto posto, lontana dai livelli dei paesi dell’Sud/Est ma anche dai big europei con cui, in teoria, ci dovremmo confrontare. 
Nella lotta all’evasione c’è, dunque bisogno di un’ulteriore accelerazione. Non a caso, il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, pure evidenziando di miglioramento della situazione italiana ha sottolineato che “d’ora in poi bisogna lavorare anche a livello dell’Ue fornendo un forte impulso alla lotta all’evasione, considerando le facilitazioni e accelerazioni che l’Iva nell’era digitale ci consente di attuare in termini di controllo sulle transazioni”. 
Il digitale, fortunatamente, cresce. E tra i fattori trainanti di questa crescita c’è sicuramente il maggiore utilizzo smartphone e oggetti indossabili come bracciali e orologi intelligenti, che consentono di effettuare pagamenti in modo rapido e sicuro. Nel primo semestre del 2023, l’uso di questi dispositivi ha contribuito a un transato di 12,2 miliardi di euro: si tratta di un raddoppio del valore dell’anno precedente. Anche il numero di transazioni di questo tipo è raddoppiato, raggiungendo un totale di 450 milioni. La rivelazione proviene dall’Osservatorio Innovative Payment del Politecnico di Milano. Secondo il report, in assoluto, nei primi mesi del 2023, i pagamenti digitali hanno raggiunto i 206 miliardi di euro in Italia (+13%). Ci si sta, dunque, avvicinando al “pareggio” con il transato in contanti annuale. Secondo gli esperti, entro la fine dell’anno i pagamenti digitali potrebbero ammontare a un valore compreso tra i 425 e i 440 miliardi di euro, cifra molto vicina al totale delle transazioni cash. Il trend va sostenuto, come sottolinea anche l’Osservatorio, che chiede misure mirate per promuovere ulteriormente l’uso dei pagamenti digitali. La lotta all’evasione ne trarrebbe automaticamente beneficio. Non è un caso se, secondo le stime dell’Osservatorio, oltre un terzo delle transazioni in contanti non viene dichiarato al fisco.
Ilaria Storti

( 1 novembre 2023 )

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