Giovedì 18 aprile 2024, ore 19:00

Mattarella 

Il discorso delle Dignità 

Il Paese cresca nell’unità e nella concordia: siamo noi insieme i responsabili del futuro della Repubblica". Un richiamo al dovere della partecipazione di tutti gli attori in campo, alla coesione politica e sociale per uscire dalla doppia emergenza sanitaria ed economica. È nel solco del primo Settennato il messaggio di Sergio Mattarella, rieletto presidente della Repubblica, pronunciato a Montecitorio davanti le Camere riunite. Un discorso di quasi 40 minuti, interrotto da applausi praticamente ad ogni passaggio (i più partecipati sono stati certamente quelli che hanno sottolineato i riferimenti ai medici e alle forze dell'ordine impegnati nella lotta al Covid) e concluso con una standing ovation bipartisan.
“Dignità” la parola più utilizzata, ben 18 volte, nel lungo passaggio dedicato ai temi sociali costantemente al centro dello scorso Settennato. Tante le volte infatto in cui Mattarella ha ripetuto ”dignità è”, seguito da una serie di diritti e impegni a cui tutto il Paese deve lavorare. Vale la pena “riascoltarli”. “Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ciascuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita. Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro. Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere della nostra società. Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili, non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza, fisica o verbale, ma alla coscienza di ciascuno di noi. Dignità è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio. La nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti la dignità umana degli altri. È anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani. Dignità è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale. Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, privi di un ruolo che li coinvolga. Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone. Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità. Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza. Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare, e capace di rimuovere gli ostacoli che immotivatamente incontrano nella loro vita. Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, dalla complicità di chi fa finta di non vedere. Dignità è garantire e assicurare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente. La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile".
Non è mancato un passaggio dedicato al Parlamento e al suo ruolo e al significato che esso rappresenta per tutti gli italiani. Un intervento in questo senso diverso da quello che Napolitano pronunciò nel 2013 all'atto dell'avvio del suo secondo mandato, quando accusò il mondo politico di guasti, irresponsabilità, omissioni. Una rielezione, quella di Napolitano, generata dalla crisi e dall'impotenza del sistema politico. D'altra parte a differenza di Napolitano al quale furono i leader politici a chiedere di restare, la rielezione di Mattarella trae origine da una sollecitazione che va oltre gli accordi ad un certo punto realizzati dagli schieramenti politici. Il suo nome nelle votazioni in Parlamento è emerso sempre più insistentemente, andando oltre gli accordi partitici di giornata su questo o quel nome. Al punto che il capo dello Stato ha ricevuto al Colle i capigruppo parlamentari di quasi tutti partiti. I rappresentanti dei cittadini.
Nessun "j'accuse" al Parlamento, dunque, piuttosto una riflessione sul legame tra democrazia e parlamentarismo, sul necessario equilibrio tra diverse istituzioni, sul rapporto tra diritti e democrazia. Un'Italia forte e democratica non può che impegnare la propria democrazia nella promozione dei diritti. Dentro e fuori il Paese.
Mattarella ha naturalmente ribadito il ruolo dell'Italia in Europa in un momento in cui venti di guerra si abbattono ai confini del Continente e le navi russe e della Nato si confrontano al largo della Sicilia. “All'interno e nella dimensione internazionale è intensamente impegnato il Governo guidato dal presidente Draghi; nato, con ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell'emergenza e ora proiettato a superarla, ponendo le basi di una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese e dell'Europa. Al Governo esprimo un convinto ringraziamento e gli auguri di buon lavoro".
Infine la citazione delle parole di David Sassoli: ”La speranza siamo noi”. Per concludere: ”Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica”.
Grande e unanime l'apprezzamento delle forze politiche e delle parti sociali. Commenta il segretario generale della Cil Sbarra: “Abbiamo ascoltato un discorso ampio e di altissimo profilo istituzionale nel giorno del suo insediamento, che ha richiamato il quadro delle emergenze sociali ed economiche del Paese ancora alle prese con le conseguenze della pandemia. Una sfida che, come ha ricordato Mattarella, l'Italia deve saper affrontare con stabilità, unità, coesione, favorendo una maggiore partecipazione dei cittadini e attraverso il coinvolgimento dei corpi sociali nelle scelte difficili da intraprendere per la ripresa del Paese, per costruire nuove occasioni di lavoro per i giovani e le donne, combattere la precarietà, attuare efficacemente il Pnrr, ridurre le troppe diseguaglianze, varare le riforme economiche, garantire sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, per una Italia più giusta, moderna, nel quadro di un'Europa unita e solidale".
Giampiero Guadagni

( 3 febbraio 2022 )

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