Martedì 13 maggio 2025, ore 4:29

Edilizia

La direttiva Ue sulla casa green può costare fino a 60mila euro ad abitazione

La direttiva europea sulla casa green fa discutere; soprattutto in Italia. Il nostro paese, infatti, è più indietro di altri - soprattutto di Francia e Germania - sull’efficienza energetica dell’edilizia pubblica e privata. Centrare i target della direttiva appare, dunque, proibitivo. Ma va detto che il testo della norma, dopo l’approvazione del Parlamento di Strasburgo, deve ancora passare al vaglio delle istituzioni europee, per diventare definitivo. 
Resta l’arretratezza del nostro patrimonio immobiliare e la difficoltà a trovare strumenti per accelerarne il rinnovamento. I bonus finanziati dallo Stato, via cessione del credito e sconti in fattura, si sono mostrati finanziariamente insostenibili. Ma è chiaro che per ristrutturare milioni di edifici, qualche forma di sostegno pubblico sia inevitabile, soprattutto per le fasce più povere o per l’edilizia popolare. Anche perché i tempi sono stretti. La direttiva Ue prevede che gli edifici residenziali raggiungano la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033. L’obiettivo della è di agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori, che andranno così collocati dai diversi paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. In Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali (sul totale di 12 milioni, secondo l’Istat). E il 70% degli edifici è in una classe energetica inferiore alla D.
Ma i nuovi target europei non si fermano qui. Col recepimento della direttiva, gli impianti solari diventeranno obbligatori in tutti i nuovi edifici pubblici e i nuovi edifici non residenziali. Poi, entro il 31 dicembre 2026, l’obbligo scatterà su tutti gli edifici pubblici e sugli edifici non residenziali esistenti. E così via, fino al 31 dicembre 2032 quando l’obbligo scatterà per tutti gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti. Gli edifici non residenziali e di proprietà pubblica dovranno raggiungere la classe E dal 2027 e la classe D dal 2030.
Insomma, gli interventi da fare sono moltissimi. Ci sarà da realizzare il cappotto termico, sostituire infissi, installare nuove caldaie a condensazione e pannelli solari. Gli interventi di riqualificazione energetica avrebbero, secondo una stima del Codacons, un costo medio tra i 35mila e i 60mila euro ad abitazione. Ciò senza contare le possibili speculazioni legate alla corsa alla ristrutturazioni, come già avvenuto per il Superbonus, con rincari dei listini per lavori e materiali. 
La Direttiva Ue, secondo i detrattori, tra cui tutte le forze di centro-destra che hanno votato contro, rischia di determinare anche un terremoto nel mercato immobiliare, portando ad una svalutazione fino al 40% del valore degli immobili non oggetto di lavori di riqualificazione.
Il testo della legge potrebbe subire qualche aggiustamento nel corso del cosiddetto trilogo, i negoziati informali tra rappresentanti di Parlamento, Commissione e Consiglio. 
E la maggioranza di governo promette battaglia. Durante il question time alle Camere, la premier Meloni, ha definito la proposta dell’Ue “irragionevole” perché pone “obiettivi temporali irraggiungibili per l’Italia, il cui patrimonio immobiliare è inserito in un contesto molto diverso rispetto agli altri Stati membri della Ue per ragioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come bene rifugio”.
Ilaria Storti

( 22 marzo 2023 )

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