Domenica 5 maggio 2024, ore 3:51

Intervista

La partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale va sostenuta

Sottosegretaria, il Ponte sullo Stretto di Messina è una delle infrastrutture più discusse degli ultimi decenni, con una storia di 50 anni di passi avanti e nuovi blocchi è uno dei progetti su cui il governo, in particolare il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha puntato di più. L’inizio dei lavori potrebbe arrivare questa estate, tra esposti in procura e speranze concrete, siamo veramente al punto di svolta?

Il governo fa sul serio, questa volta non si torna indietro. La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è storicamente un obiettivo del centrodestra e in particolare di Forza Italia. Tra il 2001 e il 2006 l’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva concretamente avviato la costruzione di questa grande infrastruttura. C’era il progetto definitivo approvato a tutti i livelli e immediatamente cantierabile, c’erano tutte le autorizzazioni necessarie. Purtroppo, l’esecutivo successivo, quello guidato da Romano Prodi, bloccò tutto. E così fece anche Mario Monti qualche anno dopo. Se non ci fossero stati questi stop ideologici oggi il Ponte sarebbe già realtà. Il governo crede fermamente in questa grande opera, indispensabile per la Sicilia e per la Calabria, fondamentale per rilanciare il Mezzogiorno e utilissima per tutto il Paese. Il Mediterraneo sta diventando sempre più un luogo strategico per gli scambi commerciali, e per l’Italia sarà estremamente positivo potersi candidare ad essere l’hub dell’Euro pa su questa grande area del mondo.

L'Italia ha affrontato una lunga storia di instabilità politica, caratterizzata da governi brevi e cambiamenti frequenti. Con 68 esecutivi in 77 anni di storia repubblicana, la necessità di una riforma è evidente. La bicamerale del 1998 e il referendum del 2006 hanno delineato percorsi possibili per un cambiamento. Quali sono le aspettative sulla realizzazione di questa riforma e come potrebbe influenzare la stabilità politica e il processo decisionale nel paese?

La parola d’ordine che sta alla base della riforma alla quale l’e secutivo sta lavorando è ‘stabili tà’. In Italia, in media, cambiamo governo ogni 14 mesi. Un nuovo esecutivo vuol dire nuovi ministri, nuove strutture burocratiche, nuovo programma. È evidente che nessuno, con tempi così ristretti, riesce ad attuale le politiche sulle quali chiede la fiducia alle Camere. L’Italia è una democrazia matura e da decenni ormai gli italiani sono abituati ad indentificare il capo della coalizione con il candidato alla presidenza del Consiglio. Penso dunque che la riforma costituzionale del premierato sia la regolamentazione di quanto già di fatto esiste, senza intaccare in alcun modo le prerogative del Parlamento e del presidente della Repubblica. Chi vince governa per cinque anni, senza alibi e senza giochetti di Palazzo, dopo i cinque anni ci si ripresenta alle urne e i cittadini decidono se proseguire o voltare pagina dando fiducia all’opposizio ne. Per troppo tempo abbiamo avuto governi tecnici, premier scelti dalle segreterie dei partiti, ribaltoni. Noi vogliamo che siano solo gli italiani a decidere.

Nonostante l'Italia abbia raggiunto il primo posto nell'Unione Europea nella classifica dell'attuazione del Pnrr, c'è ancora molto da fare per rafforzare il SSN. In particolare, la Missione Salute dovrebbe concentrarsi sulla riorganizzazione dell'assistenza territoriale e sul potenziamento del ruolo dei medici di famiglia. Qual è il piano per definire ruoli e responsabilità dei medici di base? E come verranno attuati interventi rapidi per reclutare personale infermieristico, facilitando l'implementazione del DM77?

Sul Pnrr stiamo facendo benissimo. Quando è arrivato questo governo l’Italia aveva le risorse ma non aveva l’organizzazione adeguata a spendere presto e bene questa valanga di miliardi in arrivo dell’Europa. Il ministro Raffaele Fitto ha fatto un lavoro straordinario per riformare il Pnrr, per rimodulare alcune risorse, per mettere enti locali e Regioni nelle condizioni di andare avanti con i progetti. Il Piano Ue aiuterà molto anche il nostro sistema sanitario nazionale. Siamo consapevoli delle difficoltà che vive il settore, ma non dobbiamo mai dimenticarci che il nostro SSN è un fiore all’oc chiello a livello internazionale e che molti Paesi invidiano i nostri standard qualitativi. Uno dei problemi più complessi che stiamo affrontando è quello del reclutamento di medici e infermieri. Mancano all’appello migliaia di figure professionali indispensabili per far funzionale al meglio ospedali e presidi territoriali, ma i recenti interventi dei ministri Bernini e Schillaci stanno già dando frutti: le assunzioni aumentano in modo costante in tutta Italia.

Le recenti elezioni regionali in Sardegna, in Abbruzzo e in Basilicata evidenziando anche un cambiamento nel peso politico all'interno della maggioranza di governo, con Forza Italia che supera la Lega. Questo cambiamento di equilibrio di potere potrebbe influenzare le scelte economiche e politiche future, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee. Quali sono le possibili implicazioni di questi rapporti di forza sulla governance nazionale e sul futuro dell'integrazione europea da parte dell'Italia?

Il centrodestra è una coalizione forte e coesa, creata con grande intelligenza politica dal presidente Silvio Berlusconi. I partiti che la compongono stanno insieme da 30 anni. In questi decenni ci sono stati ovviamente ripetuti cambiamenti nei rapporti di forza, ma la nostra area politica non è - come quella di altri solo un cartello elettorale, bensì un progetto solido e duraturo. Dopo le elezioni europee non cambierà nulla. Io, da esponente di Forza Italia, sono molto felice della vivacità del mio partito, guidato benissimo dal segretario Antonio Tajani, e sono certa che conseguiremo un ottimo risultato. Siamo la costola italiana del Ppe e il rafforzamento della componente popolare e moderata all’interno del Parlamento Ue sarà un fattore estremamente positivo per il futuro dell’Europa.

Infine, il recente approdo alla Camera dei deputati della proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali proposta dalla Cisl. Durante il congresso di Forza Italia è stato espresso il ringraziamento del Segretario Sbarra per il sostegno a Tajani ed a tutto il partito. L'auspicio del sindacato è che si arrivi in tempi brevi all'esame del provvedimento, con approvazione possibilmente bipartisan.

Forza Italia sostiene questa proposta di legge. Come ha sottolineato il nostro segretario nazionale, la previsione di modalità di partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale va sostenuta poiché il sistema di contrapposizione nelle relazioni sindacali non è più attuale e non intercetta i bisogni di una economia moderna. Tocca, dunque, al legislatore individuare nuovi strumenti e nuove modalità per permettere ai lavoratori di partecipare in modo attivo e propositivo alla vita delle proprie aziende. Mi auguro che tutti i partiti presenti in Parlamento vogliano sposare la pdl della Cisl.

Giovanni Ianni

( 25 aprile 2024 )

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