Sabato 20 aprile 2024, ore 14:51

Lavoro

Nessuna tregua agostana per le aziende in crisi

Non c'è tregua agostana per i lavoratori delle aziende in crisi che proseguono le mobilitazioni, con situazioni in peggioramento. Circa 100mila i posti a rischio.
Da Nord a Sud 73 i tavoli di crisi aperti, per un totale di 95mila addetti coinvolti. Siderurgia, settore audio, telecomunicazioni. Tanti i settori in forte affanno, anche a causa dell’impennata dei costi dell’energia. 
Roberto Benaglia, segretario generale Fim, invoca per l'industria metalmeccanica un confronto serrato con governo e imprese sulle retribuzioni. Crisi industriali, transizione ecologica, inflazione, incertezza politica non hanno risparmiato questo settore che già attraversava una fase difficile. Secondo il leader dei metalmeccanici della Cisl, ci sono "crisi industriali ormai divenute storiche e vertenze nuove, ma tutto il settore sta rallentando e deve affrontare la transizione ecologica, digitale e demografica. Non si può rischiare - aggiunge - che l'industria metalmeccanica sia abbandonata a se stessa". Secondo Rocco Palombella, segretario generale Uilm, l'Italia rischia "una situazione sociale ingovernabile". Michele De Palma, segretario generale Fiom, assicura che i metalmeccanici con le loro lotte sono pronti a "difendere la legalità e la dignità del Paese davanti a multinazionali e fondi d'investimento privi di qualsiasi scrupolo sociale". A settembre partirà una campagna di assemblee, in vista della mobilitazione in ottobre insieme alla Cgil.
Il quadro delle vertenze riguarda tutta la Penisola, dalla Wartsila di Trieste alle Acciaierie Siciliane. Ma nel mezzo ci sono, per citarne solo una parte, la Teva di Nerviano, filiale farmaceutica che chiuderà definitamente nel 2024 lasciando a casa 293 lavoratori, al gruppo Coin che ha avviato a febbraio la cassa integrazione per 190 dipendenti, fino alla Electrolux di Solaro dove è stata sospesa la produzione di lavastoviglie dal primo al 5 agosto per la mancanza di componenti elettroniche.
Poi la Acc di Belluno, Ansaldo Energia di Genova, la ex Gkn di Firenze, JSW di Piombino; più a Sud la ex Whirlpool di Napoli, ,Dema di Brindisi, Supermonte di Lecce, Termini Imerese di Palermo. Per non parlare delle imprese messe in crisi dal conflitto tra Russia e Ucraina, come Superjet International; ed ancora, il settore logistica di Stellantis di Melfi e infine, la storica vertenza della ex Ilva di Taranto, con 3mila lavoratori in cassa integrazione. Il decreto Aiuti bis ha stanziato 1 miliardo ma secondo i sindacati non c'è chiarezza sul futuro. A tutto ciò si aggiunge l'intero comparto automotive che deve fare i conti con la transizione ecologica. Dal ministero dello Sviluppo economico, però, fanno sapere che 27 delle 73 vertenze sono già risolte, sottolineando come i tavoli ancora aperti siano in netto calo rispetto alla fine del 2021, grazie anche al lavoro del ministro Giancarlo Giorgetti e della viceministra Alessandra Todde. Allora erano 55. Delle 27 in via di risoluzione quelle arrivate all’ultimo miglio sono: Bosch, Caterpillar, Alcar Industrie, Elica, Natuzzi, Timken, Conbipel e Ceramica Dolomite (salvata da Del Vecchio e Marchi).
Appena un mese fa, a luglio la multinazionale finlandese Wartsila ha lasciato tutti gli operai di stucco, annunciando che avrebbe spostato la produzione all’estero. Da qui la decisione dei presidio a oltranza, per bloccare lo smantellamento dei macchinari. 
Nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, invece, sono 450 i dipendenti a rischio: si tratta degli addetti ai motori navali. Ma ci sono poi anche le centinaia di persone che lavorano nell’indotto.
Ennesima estate di presidio a Napoli per gli addetti dell’ex Whirpool, azienda multinazionale statunitense produttrice di elettrodomestici che ha deciso oramai tre anni fa di chiudere la sede. Prosegue la cassa integrazione ma i nuovi timori riguardano il rilancio del sito, dopo che il consorzio a capofila del nuovo progetto di rilancio ha lanciato dubbi di compatibilità ambientale. Il gruppo che si è fatto avanti per la reindustrializzazione, guidato dalla Adler, sembra quindi pronto a sfilarsi.
Torna a complicarsi poi, in provincia di Firenze, anche la vertenza Gkn, la multinazionale britannica che realizza componenti destinati alle industrie del settore automobilistico e quello aerospaziale. I nuovi investitori interessati - secondo i sindacati - non si sono ancora fatti vivi effettivamente. Ad ora, quindi, i lavoratori rimangono ancora appesi a quella mail del 9 luglio 2021 in cui si diceva che per loro non ci sarebbe stato futuro.
Il sito di Campi Bisenzio dovrebbe entrare nel nuovo polo Iris Lab assieme a Bonfiglioli, Itema, Lafert, Gruppo Sumitomo e Faist Elecrtonics. Il presidente del consorzio dovrebbe essere Ugo Ghilardi, attuale ceo di Itema. Il gruppo sarà un organismo di ricerca con la cooperazione attiva di aziende e consorzi universitari che operano nel settore della meccatronica e dell’elettronica industriale.
Cecilia Augella

( 23 agosto 2022 )

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